martedì 2 luglio 2013
Respinte le pressioni della lobby che chiede l’introduzione del provvedimento. Ma le associazioni pro-life temono che la discussione sulla nuova normativa lasci spazio ad ambiguità.
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La Francia dispone da ieri di un nuovo argine contro l’irruzione dell’eutanasia e del suicidio assistito nel diritto nazionale. Smentendo la lobby che preme da anni per la depenalizzazione del “far morire”, il Comitato consultivo nazionale d’etica (Ccne) ha pubblicato un’attesa nota in cui ribadisce a maggioranza che il mantenimento del divieto per i medici di «provocare la morte in modo deliberato» protegge le persone in fin di vita. Costituirebbe un pericolo per la società – ribadisce il documento – il fatto che dei medici possano partecipare a «dare la morte».Era stato in prima persona il presidente socialista François Hollande a consultare il Ccne, nella scia di un recente rapporto sul fine vita firmato dal professor Didier Sicard. Da tempo, i timori di una rapida deriva verso l’eutanasia si erano rafforzati, sulla base di uno degli “impegni” elettorali più ambigui di Hollande: «Proporrò che ogni maggiorenne in fase avanzata o terminale di una malattia incurabile, generatrice di una sofferenza fisica o psichica insopportabile e che non può essere lenita, possa chiedere, in circostanze precise e rigorose, di beneficiare di un’assistenza medica per terminare la sua vita nella dignità». Fin dall’inizio, non era sfuggito a nessuno che questa formulazione ricorda il nome del principale gruppo di pressione nazionale pro-eutanasia, l’Associazione per il diritto di morire nella dignità. Inoltre, durante la campagna, l’entourage di Hollande aveva suffragato un’interpretazione nel senso di «un passo verso l’eutanasia».Adesso, la nota del Ccne non potrà essere ignorata dal potere centrale, tanto più dopo l’imponente contestazione dei mesi scorsi (ancora parzialmente in corso) contro le nozze e adozioni gay. Nonostante la sconfitta finale, il “fronte del no” contro la legge Taubira ha nondimeno rivelato la crescente impopolarità di ogni strappo dall’alto all’insegna del relativismo etico. Ieri, Hollande ha affermato che ci sarà una bozza di legge sul fine vita «probabilmente alla fine dell’anno». E in proposito, le associazioni di difesa della vita continuano a temere una possibile generalizzazione senza controllo del «diritto alla sedazione profonda», appena difeso nella stessa nota del Ccne. In quest’ultimo ambito, il confine fra il “lasciar morire” (attualmente garantito in nome del divieto dell’accanimento terapeutico) e il “far morire” (perseguito penalmente) diventa talora molto labile. Intanto, la Legge Leonetti in vigore, varata nel 2005 a larghissima maggioranza, finirà forse già in autunno al centro di un dibattito pubblico sul modello degli “Stati generali della bioetica”, secondo quanto ha indicato lo stesso Hollande.
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