mercoledì 14 marzo 2018
La Procura della Corte penale internazionale aveva annunciato un'inchiesta sui metodi usati nella lotta al narcotraffico
Il presidente filippino Rodrigo Duterte (Ansa)

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Le Filippine hanno ritirato la loro ratifica dello Statuto di Roma, stipulato il 17 luglio 1998 e istitutivo della Corte penale internazionale: l'annuncio è arrivato dal presidente Rodrigo Duterte. La Corte viene usata "come strumento politico contro il Paese", aveva detto Duterte dopo che la Procura aveva annunciato "prematuramente" un'inchiesta preliminare sulle accuse a suo carico relative ai metodi usati nella lotta al narcotraffico.

In precedenza, già tre Paesi africani (Gambia, Sudafrica e Burundi) hanno notificato all'Aja la propria intenzione di abbandonare la Corte, accusata di prendere di mira solo cittadini africani.

Nei giorni scorsi l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, il principe giordano Zeid Ràad Al Hussein, aveva detto che il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, ha bisogno di una "valutazione psichiatrica". Duterte aveva minacciato nelle scorse settimane uno "schiaffo" al relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, Agnes Callamard, che aveva denunciato la campagna di Duterte contro la droga, responsabile in un anno e mezzo di almeno 7.000 morti, secondo le stime delle ong locali.

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