lunedì 21 giugno 2010
Un missionario e un’associazione impegnati per dare istruzione e futuro ai ragazzi di strada. Nel villagio di Soddo il sacerdote – alle spalle una carriera da ragioniere – gestisce una struttura per oltre 200 ragazzi. Per loro anche la “scuola di mestieri”.
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Strade che, provvidenzialmente, si incrociano. Vite diverse, lontane geograficamente e per obiettivi, che convergono su uno stesso cammino: diretto all’Africa dimenticata, e ai ragazzi di strada, per ridare loro una speranza. È una storia bellissima quella che arriva dalla provincia etiope del Wolajta e precisamente da Soddo, una cittadina di 70mila abitanti a circa 400 chilometri dalla capitale, Addis Abeba. Ne sono protagonisti migliaia adolescenti senza famiglia, cui sta dedicando la sua vita un missionario marchigiano, Marcello Signoretti (per tutti "Abbà Marcello"), insieme a Marcella, direttrice della "Smiling children Town", la città dei ragazzi sorridenti che, da sogno, recentemente è diventata realtà (anche grazie al sostegno dell’Associazione fiorentina "Busajo Onlus", che prende il nome da un ex bambino di strada, Busajo appunto, oggi il primo dei collaboratori di Marcella). Obiettivo: reperire i fondi necessari alla prosecuzione di un progetto ambizioso, quello di garantire un futuro a oltre 200 bambini che vivono nella struttura nata sulla collina di Golla, sopra a Soddo, in Etiopia.La bella storia è anche quella di Abbà Marcello, pesarese, una vita da ragioniere in un consorzio di autotrasporti, fino a quando, ormai in pensione, ha deciso di dare un taglio alla sua vita dedicandola ai diseredati. Arrivato in Africa, nella diocesi di Soddo, guidata da un vescovo cappuccino, il ragioniere, forte di una formazione teologica acquisita con don Italo mancini a Urbino, è stato ordinato sacerdote, a quasi 60 anni. E lì ha ricominciato la sua vita, dedicando si completamente a una serie di progetti che concretamente potessero cambiare le cose della popolazione locale, dall’erogazione dell’acqua e dell’energia elettrica fino a tutti i rimedi possibili a quella che l’attuale vescovo, il colombiano Rodrigo Meija, definisce la "fame verde": la mancanza di cibo conseguenza dei cambiamenti dei cicli climatici, che ha messo in ginocchio una terra che si presenterebbe come delle più lussureggianti del Continente nero, e che invece è un deserto.In pochi anni Abbà Marcello è entrato con il cuore in quella comunità, al punto che Soddo gli ha voluto dedicare il privilegio rarissimo di una strada intitolata al suo nome: fra due ali di folla in festa è stata inaugurata la "Road Abbà Marcello", una sterminata pista rossa, lunga chilometri, che attraversa i villaggi che compongono una delle sue due parrocchie.Poi, l’incontro con Marcella, della fondazione Exodus di don Antonio Mazzi, che Abbà Marcello definisce un "angelo" venuto dal cielo. «Senza di lei – dice lui – non saprei come fare». E infatti Il progetto "Smiling Children Town" è importante perché si collega a un’altra importante realtà di Soddo, la "Scuola dei mestieri", avviata dalla Confartigianato nella missione cappuccina di Soddo: artigiani da tutt’Italia si sono prestati, chi donando macchinari, chi impiegando le ferie per periodi di formazione, in modo da realizzare una scuola di formazione artigianale per meccanici, gommisti, carrozzieri, fabbri, falegnami. «L’obiettivo – spiega Enzo Ciccarelli, il "motore" del progetto – è creare una scuola per i ragazzi che escono dal Centro di Abbà Marcello e metterli, con il tempo, nella condizione di aprire proprie botteghe artigiane».
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