venerdì 13 agosto 2010
Per la prima volta, dopo 20 anni, i birmani sono chiamati alle urne. La comunità internazionale però ha condannato queste elezioni: il partito di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace e leader dell'opposizione, è stato escluso.
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Le elezioni legislative in Birmania, le prime dopo 20 anni, sono state fissate dalla giunta militare al potere al 7 novembre. La comunità internazionale ha condannato a più riprese queste elezioni perchè saranno sprovviste di legittimità democratica vista l'esclusione del premio Nobel per la pace, e leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, il cui partito, la Lega nazionale per la democrazia (Lnd) è stato costretto allo scioglimento per aver boicottato il voto. Le ultime legislative in Birmania si sono svolte nel 1990 ed erano state vinte dal partito di Aung San Suu Kyi, fondato nel 1988 dopo l'insurrezione contro la giunta. Ma il risultato non è mai stato riconosciuto dalla giunta militare.L'opposizione si trova adesso davanti al dilemma se prendere parte o meno al voto. Divisa tra coloro che vogliono boicottare le elezioni e quelli invece che vogliono prendervi parte, i membri del disciolto partito Lnd, fondato dalla Suu Kyi, hanno dato vita a una altra formazione, la Forza democratica nazionale (Ndf) che ha ottenuto l'autorizzazione a presentare i propri candidati. Ma i suoi fondatori dovranno costruire una propria identità e legittimità senza il sostegno della Nobel per la Pace Suu Kyi.Nel marzo scorso le leggi elettorali hanno impedito ai partito di tenere tra i loro membri detenuti politici. L'Lnd ha dovuto quindi scegliere fra la rinuncia al voto o l'esclusione forzata di Suu Kyi. Il partito ha deciso di boicottare le elezioni ed è stato di conseguenza sciolto dal regime. Alcuni dei suoi membri, in disaccordo con questa strategia, hanno quindi fondato il partito della Forza democratica nazionale.  L'annuncio delle elezioni per il 7 novembre della giunta militare pone fine a mesi di speculazioni relative alla nuova data. Già da questa settimana 40 partiti si sono registrati presso la commissione elettorale nominata dalla giunta per prendere parte nel primo governo civile da quasi mezzo secolo in un Paese che conta 48 milioni di persone. Tuttavia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e numerosi organizzazioni per i diritti umani sostengono che il voto sarà illegittimo se il regime negherà la partecipazione di migliaia di oppositori politici ora rinchiusi in carcere.
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