martedì 14 ottobre 2014
I dati dell'Oms: 4.447 morti. Si muove l'Onu. Primo decesso in Germania: un medico sudanese che aveva contratto la malattia in LIberia.
C'è il virus, discriminazioni e insulti alla Nazionale della Sierra Leone
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Cresce l'allarme mondiale per il virus Ebola. Il nuovo bollettino dell'Oms avverte che il totale dei casi sfiora i 9.000 (8.914 per la precisione). Il numero dei morti è di 4.447. Lo ha riferito martedì a Ginevra il vice direttore generale dell'Oms, Bruce Aylward. E proprio per discutere dell'emergenza Ebola si riunisce martedì sera (alle 21 italiane, le 15 a New York) il Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Primo morto in Germania. ​È morto il paziente ammalato di Ebola ricoverato a Lipsia. Lo hanno reso noto i responsabili dell'ospedale Sankt Georg, precisando che il decesso è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì. L'uomo, un medico sudanese delle Nazioni Unite di 56 anni, lavorava in Liberia ed era arrivato lo scorso giovedì in Germania a bordo di un aereo speciale, attrezzato per il trasporto di pazienti affetti da malattie contagiose. Il caso in Usa L'indagine sulla presunta violazione dei protocolli di sicurezza contro Ebola nell'ospedale di Dallas, dove un'infermiera è stata la prima contagiata negli Stati Uniti, deve procedere il più velocemente possibile e il suo esito dovrà essere integrato nei futuri piani di risposta in tutti gli Usa. È il concetto che il presidente americano, Barack Obama, ha sottolineato incontrando lunedì i consiglieri per la Salute pubblica e la sicurezza nazionale. Obama ha anche parlato al telefono con il presidente francese, François Hollande, per coordinare le azioni contro l'epidemia in Africa occidentale. I due hanno concordato che "deve essere fatto di più, e velocemente, per realizzare strutture di cura nei Paesi africani colpiti e che tutti i Paesi devono avere un ruolo nel fermare" la diffusione, ha riferito la Casa Bianca. Hanno anche parlato di misure addizionali al di fuori della zona dell'epidemia, tra cui i controlli dei passeggeri negli aeroporti. C'è stata una telefonata anche tra Obama e il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che hanno discusso della risposta internazionale all'epidemia e concordato che è necessaria maggiore assistenza da parte della comunità internazionale. Tutti i membri Onu, ha detto Obama, devono inviare personale, strumentazione e forniture per fermare l'epidemia all'origine.
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