venerdì 18 settembre 2020
La ong Save The Children denuncia la situazione economica e sociale in Libano, peggiorata dopo l'esplosione nel porto di Beirut dello scorso 4 agosto
Sempre più imbarcazioni intraprendono la rotta tra il Libano e Cipro

Sempre più imbarcazioni intraprendono la rotta tra il Libano e Cipro - Archivio

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Due bambini hanno perso la vita la scorsa settimana durante il tentativo di attraversare il mare dal Libano a Cipro dopo che il gommone su cui viaggiavano è rimasto bloccato nel mar Mediterraneo per diversi giorni. I bambini, di cui uno aveva appena due anni, sono morti di stenti per il caldo, la fame e la sete. Save the Children si è definita "inorridita alla notizia", in particolare per "i parenti costretti a spingere i corpi dei bimbi fuoribordo" poiché la barca era stata abbandonata dai trafficanti.

"Il dolore e la sofferenza che questa famiglia ha dovuto sopportare per cercare di portarli in salvo - ha dichiarato Jennifer Moorehead, direttrice della ong in Libano - è culminato in una fine tragica e davvero inimmaginabile. Due bambini hanno pagato con la vita le misere condizioni che migliaia di famiglie in Libano continuano a vivere".

Le autorità cipriote avrebbero rimpatriato in Libano diversi gruppi che sono arrivati sull'isola, cosa che secondo le organizzazioni di migranti locali è avvenuta senza accesso ai servizi di protezione internazionale. "Deve essere offerto accesso immediato all'asilo", ha aggiunto Moorehead. Anche prima della disastrosa esplosione avvenuta nel porto della capitale libanese avvenuta lo scorso 4 agosto, l'analisi di Save the Children mostrava che il collasso dell'economia libanese aveva spinto più di mezzo milione di bambini a Beirut a lottare per la sopravvivenza. Le famiglie non possono permettersi il cibo essenziale, l'elettricità, il carburante per cucinare, i prodotti per l'igiene e l'acqua necessari per sopravvivere.

L'esplosione del porto di Beirut si è aggiunta alle sofferenze quotidiane delle famiglie. Numerosi sono i nuclei senza tetto, con i genitori affamati che non sanno come dare da mangiare ai propri figli. "Tra le famiglie più vulnerabili, molte sentono di non avere altra scelta che prendere il mare con la speranza che dall'altra parte sia meglio. Facciamo appello al governo libanese affinché affronti i bisogni urgenti dei bambini che vivono in povertà", ha concluso Moorehead.

Unicef: "Con la pandemia 150 milioni bambini poveri in più nel mondo"

Secondo una nuova analisi dell'Unicef e di Save the Children, il numero di bambini che vivono in condizioni di povertà è salito a circa 1,2 miliardi a causa della pandemia di Covid-19. Si tratta di un aumento del 15% del numero di bambini che vivono in condizioni di privazione nei paesi a basso e medio reddito, ovvero di altri 150 milioni di bambini da quando la pandemia si è propagata all'inizio di quest'anno.

L'analisi della povertà multidimensionale utilizza dati provenienti da oltre 70 paesi ed evidenzia che prima della pandemia circa il 45% dei bambini è stato gravemente privato di almeno uno di questi bisogni fondamentali nei paesi analizzati. Il rapporto sottolinea come la povertà dei bambini non sia solo legata alla ricchezza monetaria. Questa infatti "fornisce solo una visione parziale della difficile situazione dei bambini che vivono in povertà". "Per comprendere appieno la portata della povertà dei bambini - prosegue il rapporto - tutte le potenziali privazioni devono essere analizzate direttamente. Ciò comporta anche la necessità di attuare politiche multisettoriali che affrontino la salute, l'istruzione, la nutrizione, l'acqua e le strutture igienico-sanitarie e le privazioni abitative".

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