lunedì 22 aprile 2024
Polemiche per l’ipotesi Usa di sanzionare il battaglione delle forze armate israeliane Netzach Yehuda per «violazione dei diritti umani» in Cisgiordania
Il capo dell'intelligence israeliana Aharon Haliva

Il capo dell'intelligence israeliana Aharon Haliva - ANSA

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«Non abbiamo rispettato il nostro compito. Da allora mi porto dietro quel giorno nero». Con queste parole indirizzate al capo di Stato Maggiore Herzi Halevi, Aharon Haliva, generale al comando dell'intelligence militare israeliana, ha rassegnato le dimissioni assumendosi la responsabilità dei fallimenti nella sicurezza che hanno permesso gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Haliva lascia l’incarico dopo 38 anni di servizio. Si tratta della prima figura israeliana di spicco a dimettersi dopo la strage che ha causato la morte di oltre 1.200 persone. Secondo la stampa israeliana potrebbero seguire altri cambi nei vertici militari.

Le dimissioni di Haliva non arrivano a sorpresa. Il capo dell’intelligence si era subito assunto le proprie responsabilità, descrivendo gli eventi del 7 ottobre come «un fallimento dell'intelligence militare» e aveva preannunciato che avrebbe fatto un passo indietro una volta conclusa la guerra. Ancora non è certo quando le dimissioni diventeranno operative, perché Haliva rimarrà in carica fino alla nomina di un sostituto. «Da allora mi porto dietro quel giorno nero, anche di notte», ha ammesso Haliva, che comunque ha chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta.

Nel frattempo, continuano le polemiche per l’ipotesi Usa di sanzionare il battaglione delle forze armate israeliane Netzach Yehuda per «violazione dei diritti umani» in Cisgiordania. Una minaccia che allarma il Gabinetto di guerra israeliano: si tratta di misure restrittive che verrebbero utilizzate per la prima volta e che vieterebbero al battaglione e ai suoi membri di ricevere qualsiasi tipo di assistenza o addestramento militare statunitense. Benny Gantz, ministro del Gabinetto di guerra, ha chiesto al segretario di Stato americano Antony Blinken di ripensarci. Blinken ha sottolineato l’importanza di non allargare il conflitto e con Gantz ha discusso «degli sforzi per proteggere la sicurezza di Israele e dei negoziati per garantire il rilascio degli ostaggi, consentire un cessate il fuoco immediato e aumentare il flusso di aiuti umanitari salvavita ai civili palestinesi a Gaza».

Dura la reazione di Benjamin Netanyahu all’ipotesi di sanzioni. Secondo il premier israeliano si tratta del «massimo dell’assurdità». Ha fatto sapere che «il governo agirà con tutti i mezzi possibili contro queste mosse».

Israele si appresta a celebrare Pasqua ebraica, che non fermerà le violenze su Gaza. Anzi, il premier annuncia: «Nei prossimi giorni aumenteremo la pressione militare e politica su Hamas perché questo è l'unico modo per liberare i nostri ostaggi e ottenere la vittoria».

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