giovedì 25 maggio 2023
Problemi tecnici guastano la presentazione, voluta da Elon Musk, della sfida a Trump per la nomination 2024 dei repubblicani. E resta distante dal tycoon nei sondaggi. Anche Biden ironizza su di lui
Il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis

Il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis - Ansa

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Tanta l’attesa, tanta la delusione. L’evento digitale che avrebbe dovuto ufficializzare in grande stile la candidatura alla Casa Bianca del repubblicano Ron DeSantis è stato un flop. Ospite su Twitter Space di Elon Musk, il miliardario che a ottobre si è comprato la piattaforma social, il governatore della Florida ha cominciato a parlare del suo programma dopo 25 minuti di caos. Appena iniziata la diretta il server è andato in tilt. Quando il collegamento è stato ripristinato il numero degli utenti in linea era passato da 600mila a 40mila. Un disastro.
L’imbarazzo di DeSantis ha fatto il paio con la soddisfazione di chi lo aveva messo in guardia. E’ noto che lo spazio virtuale offertogli da Musk, suo grande ammiratore, è un prodotto imperfetto. Fragile nella tenuta soprattutto dopo la falciata con cui il super manager ha provato a ridurre i costi di gestione dei server. L’incidente ha scatenato contro il candidato feroce ironia. Il team dell’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, ha rilanciato su Twitter un link per raccogliere donazione precisando: «Questo funziona». Tra i più scatenati, ovvio, l’ex presidente Donald Trump, il contendente che DeSantis sfiderà alle primarie repubblicane e che i sondaggi continuano a dare con un tranquillizzante vantaggio percentuale sul governatore della Florida
«Tutta la sua campagna sarà un disastro», ha scritto su Truth, il social che si è fatto mettere a punto quando, nel 2021, è stato bandito da Twitter. Poco dopo ha postato su Instagram una grafica in cui il governatore di origine italiana sembrava coinvolto in una discussione online con il dittatore Adolf Hitler e il finanziare George Soros.
L’inciampo tecnico ha fatto passare in secondo piano il messaggio di DeSantis: «Corro per guidare il grande ritorno degli Stati Uniti». Incoraggiato dai suoi sostenitori a esercitare autoironia, come sapeva fare Ronald Regan, si è impegnato a costruire il muro al confine con il Messico, a tenere l’ideologia gender fuori dalle scuole, a de-politicizzare il dibattito sul cambiamento climatico. La prossima settimana ne parlerà, di persona, agli elettori di Iowa, New Hampshire e South Carolina. Le possibilità che possa soffiare a Trump la nominiation repubblicana sono scarse. Almeno per il momento. La contesa è appena cominciata.

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