martedì 9 gennaio 2024
Il primo febbraio finiranno gli aiuti governativi, crollano le importazioni di petrolio dai Paesi "amici". Più che le sanzioni è il mercato a colpire. E in 180mila chiedono la nazionalità spagnola
A Cuba il prezzo della benzina aumenta del 500 per cento

A Cuba il prezzo della benzina aumenta del 500 per cento - Ansa

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Il regime, di fatto abbandonato a se stesso, senza aiuti degli storici alleati russi, senza il petrolio di Maduro dopo il nuovo corso del Venezuela, è costretto a tagliare molte delle sovvenzioni che hanno evitato che la rivolta per i prezzi e la fame degenerasse in revolución. Il prezzo della benzina a Cuba registrerà un aumento di oltre il 500%, a partire dal primo febbraio. Il prezzo di un litro di benzina passerà da 25 pesos cubani (0,20 centesimi di dollaro) a 132 (1,10 dollari), che equivalgono a +528%, ha annunciato il ministro delle Finanze e dei Prezzi, Vladimir Regueiro.

Il governo, che sovvenziona la quasi totalità dei servizi e dei beni di base consumati dai cubani, ha delineato a dicembre un insieme di misure per invertire la crisi economica che attraversa il Paese. Secondo le stime ufficiali, il Pil si è contratto fino al 2% nel 2023, mentre l'inflazione ha chiuso al 30%. L'esecutivo ha anche approvato un'espansione del bilancio pubblico per il 2023 per aumentare il deficit fiscale del 44%, che secondo gli analisti equivale a circa il 15% del Pil. Alla fine del mese scorso, le autorità hanno ammesso che non era sostenibile continuare a vendere carburante a prezzi "sovvenzionati".

"Il Paese non può mantenere il prezzo del carburante, che è il più economico del mondo se confrontato con i prezzi di altri Paesi", ha sottolineato il ministro dell'Economia, Alejandro Gil. In sostanza, ironicamente, affermano molti analisti che quello che non sono riuscite a fare le sanzioni o la Helms-Burton statunitense sui commerci e l'embargo, lo sta facendo il libero mercato.

E il regime continua a traballare. Come la fuga dall’isola e dalla povertà non si arrestano. Oltre 182.000 discendenti di spagnoli esiliati durante la guerra civile (1936-39) e la dittatura franchista hanno chiesto la nazionalità spagnola nel 2023, primo anno dell'entrata in vigore della legge di Memoria Democratica, nota come 'legge dei nipoti'. La normativa, approvata nell'ottobre 2022, fino all'ottobre 2024 dà la possibilità di ottenere il passaporto spagnolo col quale muoversi liberamente nello spazio Schengen, in base allo 'ius sanguinis', a "tutti i nati fuori di Spagna da padre o madre o nonni originariamente spagnoli", che perdettero la nazionalità perché esiliati per motivi politici, ideologici, di credo o anche di orientamento e identità sessuale". Inclusi i figli delle donne che persero la cittadinanza spagnola dopo il matrimonio con stranieri, prima dell'entrata in vigore della Costituzione democratica del 1978.
A differenza della prima legge di Memoria Storica - che fra il 2009 e il 2011 registrò mezzo milione di richieste di cittadinanza spagnola - l'ultima normativa amplia il ventaglio di possibilità di essere nazionalizzati al quarto grado di consanguineità e consente 'salti' generazionali. poiché i nipoti degli esiliati fra il 1936 e il 1975 - l'inizio della guerra civile e la morte del dittatore Francisco Franco - possono accedere alla cittadinanza spagnola anche se i genitori non hanno fatto richiesta in precedenza.
Cuba, Messico e Argentina sono i tre paesi dove più persone hanno presentato domanda di nazionalità (94,9%), essendo l'America Latina meta dell'emigrazione economica spagnola nel XX secolo.

Mentre il rimanente 5,1% delle richieste è stato presentato a consolati e ambasciate spagnole in Francia, Stati Uniti e Marocco e alcune decine nei consolati della Russia. Sono 300.000 le persone che potranno beneficiarsi della nuova normativa, secondo le stime delle associazioni dei discendenti.​


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