mercoledì 25 agosto 2010
Rientro fra le polemiche per il presidente dopo i rimpatri dei rom. Critiche pure da Rachida Dati. De Villepin: è stata offesa la nostra bandiera. E Raffarin denuncia una «deriva di destra». Oggi consiglio dei ministri, ma proseguono gli smantellamenti dei campi.
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La maggioranza neogollista sempre più divisa, l’opposizione e la società civile ogni giorno più critiche. Al ritorno ieri dalle vacanze estive trascorse in Costa Azzurra, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha ritrovato l’Eliseo al centro di un autentico campo minato di polemiche. Nelle ultime ore, ha suscitato nuovi dissensi ’eccellenti’ il giro di vite repressivo contro i campi rom irregolari promesso dal governo nella scia dei disordini occorsi il mese scorso soprattutto nella regione di Orleans.Con una tempistica parsa ben poco casuale, ad avvelenare il rientro di Sarkozy sono stati in particolare gli appelli di due ex premier del centrodestra: Dominique de Villepin e Jean-Pierre Raffarin, ovvero gli uomini simbolo del neogollismo durante l’ultimo mandato presidenziale di Jacques Chirac.  «Sulla nostra bandiera, c’è oggi una macchia di vergogna», recita uno dei passaggi più forti di un testo pubblicato da Villepin sull’edizione di ieri di Le Monde. Prendendo a tratti quasi le sembianze di un appello alla rivolta, lo scritto prosegue in questi termini: «Tacere è già essere complici. Incombe a tutte le francesi, a tutti i francesi, di reagire in coscienza, qualunque siano l’età e la condizione sociale o dovunque si trovino, a Parigi o in provincia, per mostrare personalmente il proprio rifiuto verso questa deriva inaccettabile». Uscite dalla penna dell’uomo già simbolo del “no” francese alla guerra in Iraq, frasi simili rischiano di far molto male all’Eliseo, tanto sul fronte interno che internazionale. A completare l’imprevisto “uno-due” fra amici inferto ieri al governo è stato proprio l’intervento di Raffarin, oggi senatore con consolidata fama di “saggio” della politica. E fino a ieri, fra l’altro, parso sempre vicino a Sarkozy, a differenza dell’antagonista Villepin. Allargando lo spettro dell’analisi, Raffarin ha denunciato alla radio una «deriva a destra» del governo, citando una serie di recenti misure repressive: «Penso che ci siano oggi proposte assurde, quella che consiste nel mettere i genitori in prigione, quella che consiste nel punire i sindaci recalcitranti. Lo dirò chiaramente, non mi sembra che ci sia una maggioranza al Senato per votare simili emendamenti».Alla violenta fronda si è appena accodata, fra gli altri, pure Rachida Dati, ex ministro della Giustizia e fino a pochi mesi fa autentica star femminile del sarkozismo. L’attuale deputata europea, proveniente da una famiglia d’origine maghrebina, ha chiesto che si smetta di «stigmatizzare tutti i francesi etnicamente diversi», denunciando apertamente «un amalgama fra immigrazione e delinquenza». Di fronte a queste prove generali di ammutinamento, che includono anche le dichiarazioni di diversi altri parlamentari della maggioranza, il governo sembrava ieri spiazzato. Al termine di una riunione a sorpresa il premier François Fillon ha chiesto un’azione «senza lassismo né eccessi» annunciando di voler comnsultare già oggi il presidente della Commissione europa José Manuel Barroso. Da Sarkozy, che presiederà oggi il Consiglio dei ministri, si attendono contromosse, ma a livello politico la portata della fronda in corso interna al centrodesta ha persino oscurato la pioggia di critiche dell’opposizione. Intanto, sotto la regia del ministro dell’Interno Brice Hortefeux, proseguono gli smantellamenti di campi rom irregolari, così come i «rimpatri su base volontaria», perlopiù verso la Romania, di famiglie d’itineranti. Queste ultime, dopo aver ricevuto i sussidi speciali di 300 euro per ogni adulto e 100 euro per minorenne, hanno tuttavia spesso apertamente confessato alla stampa di voler ritornare presto in Francia. Per discutere anche di questo, giungono oggi a Parigi i sottosegretari rumeni all’Interno e quello con delega all’integrazione dei rom.
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