venerdì 23 giugno 2023
La Corte Suprema ha bocciato il ricorso dei governatori repubblicani di Texas e Louisiana: rimpatri solo per chi rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale
Migranti fermati a San Diego

Migranti fermati a San Diego - Ansa

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Sulle espulsioni decide il presidente. Joe Biden ha incassato un’importante vittoria sulla politica migratoria. La Corte Suprema, a maggioranza conservatrice, ha bocciato il ricorso presentato da Texas e Louisiana e dato ragione alla Casa Bianca, alla quale – secondo i nove magistrati – compete fissare le regole dei rimpatri degli irregolari. Tutti gli Stati Usa devono attenersi alla linea “morbida” approvata dall’Amministrazione democratica nel settembre 2021. Un capovolgimento rispetto all’era Trump caratterizzata da fermi e espulsioni indiscriminate con l’effetto di saturare il sistema. Con il cambio della guardia era arrivata la svolta. Le deportazioni sono state limitate a quanti avessero commesso atti di terrorismo, spionaggio o rappresentino una concreta minaccia alla sicurezza nazionale. Scelta che aveva mandato su tutte le furie i governatori repubblicani, da qui l’entrata in scena dell’Alto tribunale. Quest’ultimo ha deciso con una maggioranza schiacciante: otto togati contro uno si sono espressi a favore della normativa federale.
Una buona notizia per gli oltre undici milioni di irregolari presenti negli Stati Uniti, la gran parte da anni se non da decenni. Da tempo, si discute di una possibile legalizzazione del loro status, ma finora non si è mai trovato l’accordo. Biden spera ancora di riuscirci prima della fine del mandato. Il tempo, però, stringe. E la politica migratoria sarà uno dei grandi nodi delle presidenziali di novembre 2024, a cui il democratico intende ripresentarsi.

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