mercoledì 24 novembre 2010
Pyongyang ha accusato Seul di aggravare le relazioni nella penisola con «sconsiderate provocazioni militari», portando «la situazione sull'orlo della guerra». Intanto sale a quattro il bilancio delle vittime dei bombardamenti di ieri della Corea del Nord: oltre ai due militari sudcoreani, tra i resti delle case distrutte, sono stati infatti ritrovati i cadaveri di due civili.
- L'ombra lunga di Cina e Usa sul vulcano di Pyongyang di Fulvio Scaglione
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La polizia sudcoreana e la guardia costiera hanno confermato di aver trovato i corpi senza vita di due civili su un'isola nei pressi della frontiera con la Corea del Nord colpita martedì da Pyongyang. "Due persone di circa 60 anni sono state trovate morte probabilmente decedute in seguito all'attacco di ieri", ha detto un portavoce della polizia di Icheon. I corpi sono stati trovati dalla guardia costiera tra i resti delle case distrutte negli incendi provocati dall'attacco, ha affermato un portavoce della guardia costiera. Fino ad ora il bilancio delle vittime era di due soldati rimasti uccisi e di 18 feriti tra cui 15 militari e tre civili.Intanto il presidente americano Barack Obama e il presidente sudcoreano Lee Myung-bak hanno concordato di "innalzare il livello di preparazione" e di tenere operazioni militari congiunte "nei prossimi giorni", probabilmente a partire da domenica. La Corea del Nord ha detto oggi che la Corea del Sud sta aggravando le relazioni nella penisola con "sconsiderate provocazioni militari" e rimandando l'aiuto umanitario. L'agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, KCNA, ha detto che la Corea del Sud sta "facendo deragliare il processo per migliorare le relazioni fra coreani, affondando i colloqui sulla Croce Rossa intercoreana e portando la situazione sull'orlo della guerra, perseguendo la sua politica di sfida alla Corea del Nord". La portaerei a propulsione nucleare USS George Washington, con 75 jet a bordo e un equipaggio di oltre 6000 persone, ha lasciato una base navale a sud di Tokyo e da domenica parteciperà alle esercitazioni congiunte con la Corea del Sud fino a mercoledì prossimo. "Queste esercitazioni sono di natura difensiva", hanno detto le forze Usa in Corea in un comunicato. "Programmate molto prima dell'ingiustificato attacco d'artiglieria di ieri, dimostrano la forza dell'alleanza Sud Corea- Usa e il nostro impegno per la stabilità regionale attraverso la deterrenza".La mossa sembra destinata a esercitare ulteriori pressioni sulla Cina perché freni la Corea del Nord, dopo che ieri ha aperto il fuoco sull'isola sudcoreana, uccidendo due soldati del Sud, nel più grave attacco da quando è finita la guerra di Corea nel 1953. La polizia del Sud Corea frattanto ha detto oggi di avere scoperto anche i corpi di due civili nell'isola colpita.Intanto, il premier giapponese Naoto Kan ha detto che la Cina dovrebbe dare una risposta adeguata sul comportamento della Corea del Nord, dopo che ieri i nord coreani hanno ripetutamente sparato colpi di artiglieria contro un'isola sudcoreana."Il ruolo della Cina nella comunità internazionale è vasto e ne deriva una grande responsabilità. Credo che la Cina debba dare risposte appropriate dato che è un Paese con delle responsabilità", ha detto Kan ai giornalisti. LA CRONACA DI MARTEDI'Dato per agonizzante, il regime nordcoreano rioccupa la scena internazionale. Prepotentemente. Una doppia mossa che fa esplodere di nuovo la tensione con Seul. E soprattutto fa soffiare nuovamente i venti di guerra. Prima il tour dello scienziato Usa Siegfried S. Hecker – invitato dal regime – che ha mostrato al mondo il nuovo il nuovo “gioiello” di casa in campo nucleare: 2mila centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. E ieri è stata la volta dei cannoni. L’artiglieria di Pyongyang ha sparato un centinaio di colpi verso l’isola sudcoreana di Yeonpyeong nel mar Giallo, uccidendo due soldati di Seul e ferendone altri 16 e tre civili. Una settantina le case andate distrutte. La Corea del sud ha risposto sparando un’ottantina di colpi di artiglieria e decretando il massimo livello di allerta in tempo di pace. I caccia di Seul sono immediatamente decollati e hanno sorvolato l’isola. Il presidente sudcoreano, Lee-Muung-bak ha avvertito che il suo Paese dovrà sferrare «un’enorme rappresaglia per impedire che simili provocazioni si ripetano» e ha osservato che l’attacco può essere assimilato a «un’invasione». Pyongyang sostiene invece di aver risposto al fuoco dopo «spregiudicate provocazioni militari da parte del sud» che avrebbe aperto il fuoco verso le sue acque territoriali. Nell’area era in corso un’esercitazione militare di Seul, che nega però di aver aperto il fuoco verso il nord. «Continueremo a colpire senza pietà e senza alcuna esitazione se il nemico osa invadere le nostre acque territoriali di un solo millimetro», ha fatto sapere l’agenzia di Pyongyang, Kcna.Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon ha parlato di «uno degli incidenti più gravi successi dalla fine della guerra di Corea», mentre alle Nazioni Unite continuano le consultazioni per decidere «come reagire all’attacco», anche se al momento non è prevista una riunione formale del Consiglio di Sicurezza. Il presidente Usa Barack Obama, «indignato», ha accusato Pyongyang di non rispettare gli obblighi nei confronti della comunità internazionale. Mentre il Pentagono ha fatto sapere che è ancora troppo presto per parlare di eventuali ritorsioni. Tuttavia, l’amministrazione americana ha fatto sapere che l’attacco equivale alla violazione dell’armistizio tra le due Coree firmato nel 1953 e che Washington e Seul daranno «una risposta coordinata» all’azione di Pyongyang.Qual è l’obiettivo della Corea del Nord? Per il Financial Times non ci sono dubbi. Il gioco al rialzo fa parte di una «strategia deliberata» che mira a riguadagnare il centro della scena, da una parte con il ricatto nucleare e dall’altra con il braccio di ferro con Seul: l’affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan lo scorso marzo è solo l’ultimo atto della “strategia della tensione”. Una «provocazione», coincisa con il viaggio in Asia dell’inviato del governo Usa Stephen Bosworth, che ha raggiunto l’immediato risultato di «catapultare la questione nucleare nordcoreana in prima pagina». È plausibile che (l’ennesimo) braccio di ferro tra le due Coree degeneri in una vera e propria guerra? E con quali conseguenze? Nonostante la popolazione sia allo stremo, e la carestia sia un male endemico, la Corea del Nord continua ad armarsi. Negli ultimi due anni Pyongyang ha incrementato del 25% il proprio arsenale missilistico che conta ormai mille razzi. Missili posizionati proprio per colpire un obiettivo “privilegiato”: Seul. Secondo fonti dell’intelligence sudcoreane, il Nord possiede attualmente sei ordigni nucleari, e sta “affinando” la sua tecnologia, come dimostra il secondo test nucleare condotto lo scorso anno. Secondo il sito di global intelligence Straford, l’aviazione e la marina sudcoreane sono molto meglio equipaggiati rispetto a quelle del nord. Seul con la superiorità tecnologica sopperisce all’inferiorità numerica del proprio esercito. Stratfor ha pochi dubbi «sul fatto che il Sud potrebbe prevalere nettamente in un conflitto militare». Ma una eventuale guerra avrebbe, in termini di vite umane, un costo spaventoso. La capitale sudcoreana sarebbe facilmente raggiungibile dai missili di Pyongyang. Un conflitto avrebbe poi inevitabilmente delle ripercussioni. Gli Stati Uniti mantengono ancora 25mila soldati in Corea del Sud. Luca Miele
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