lunedì 29 maggio 2017
Dopo l'ennesimo test di Pyongyang, il regime torna a usare toni provocatori verso Washington. Le basi Usa nel mirino
La sfida di Kim: il missile un "pacco regalo" per gli Usa
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L'ennesima prova muscolare - quello di martedì è stato il dodicesimo lancio balistico effettuato dalla Corea del Nord dall'inizio dell'anno, il terzo in tre settimane - è stato accompagnato, questa volta, anche da uno sberleffo: il test servirà a "mandare un più grande pacco regalo agli yankee", ha detto Kim Jong-un in persona, in una citazione ripresa dall'agenzia Kcna. Le "fanfare" del regime hanno, quindi, salutato il successo del lancio del vettore, una variante dello Scud, vantando un margine di errore di solo sette metri, grazie a un sistema di controllo della precisione attivato prima del lancio: "Gli yankee - è il "messaggio" del regime - dovrebbero essere molto preoccupati e i gangster dell'esercito marionetta sud-coreano saranno sempre più scoraggiati". A quale strategia obbedisce il nuovo lancio? Quali sono i possibili bersagli? Scartata l'ipotesi che il vettore possa essere utilizzato per colpire una nave, sembrano essere le basi americane in Asia gli obiettivi più probabili. A differenza di una nave, mobile per definizione, "le basi possono essere mappare con facilità in tempo di pace e di certo non si muovono", ha detto al Japan Times John Schilling, ingegnere aerospaziale. Ma non basta. Pyongyang ha accusato oggi gli Stati Uniti di volere continuare nelle provocazioni, con l'invio di una formazione di bombardieri strategici b-1b sulla penisola coreana in una esercitazione congiunta con la Corea del Sud, che definisce come una "esercitazione per lo sgancio di una bomba nucleare". Le manovre sono cominciate ieri, secondo fonti dell'esercito di Seul, mentre da parte del Comando Usa nel Pacifico non ci sono state conferme. Il lancio ha attirato la condanna di Giappone e Corea del Sud. Soprattutto Tokyo è stata particolarmente dura: il primo ministro Shinzo Abe ha sottolineato che Giappone e Stati Uniti prenderanno "azioni specifiche" per contenere la minaccia nord-coreana. In un tweet, invece, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sottolineato come il lancio di ieri rappresenti una "mancanza di rispetto" nei confronti ella Cina, che "sta lavorando duramente" sulla questone nord-coreana.

La drammatica accelerazione

Da quanto è al potere Kim Jong-un, il programma missilistico nordcoreano ha conosciuto una drammatica accelerazione: una ottantina i test missilistici effettuati. Il regime ha negli anni, non solo aumentato il numero dei lanci -– con Kim Il-sung erano stati 15, con il suo successore Kim Jong-il uno in più – ma ha anche diversificato le basi. A uno scopo, secondo il Nuclear Threat Initiative: quello di montare testate nucleari sui suoi missili. Un arsenale temibile. Pyongyang schiererebbe fino a 400 Scud a corto raggio (con una gittata di 500 chilometri), tra il 175 e il 300 Nodong (noto anche come Rodong) a medio raggio (1.200 chilometri), un numero imprecisato di Taepodong-1 (1.800-2mila chilometri), un numero imprecisato di Musudan (missili a medio raggio con una gittata stimata di circa 4mila chilometri) e, infine, un numero imprecisato di Taepodong-2/Unha Slv (missili a lungo raggio con una portata fino a 8.000 chilometri).




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