giovedì 7 dicembre 2023
Il Cremlino boccia ogni sede, per vendetta nei confronti delle sanzioni imposte dalla Ue dopo l'invasione dell'Ucraina. Alla fine si opterebbe per un "campo neutro"
La sede a Dubai della Conferenza sul clima Cop28

La sede a Dubai della Conferenza sul clima Cop28 - Reuters

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Uno spettro si aggira per il Centro espositivo di Dubai. E non è – o meglio, non è solo – l’eliminazione dei combustibili fossili. Si tratta della Cop29. Il prossimo vertice Onu sul clima è finito nella morsa del frammento ucraino della «terza guerra mondiale a pezzetti» che, proprio come a milioni di donne e uomini, l’ha costretto a sfollare. In base alla rotazione continentale prevista dal regolamento, nel 2024 toccherebbe all’Europa dell’Est “alloggiare” il summit internazionale.

La Bulgaria aveva offerto da tempo la propria capitale, Sofia e ormai la sede era data per scontata. Vladimir Putin, però, come di consueto, ha scombinato le carte. La candidatura della nazione ospite deve essere accettata all’unanimità da tutti i Paesi dell’area. Russia inclusa, dunque. Lo zar, però, ha imposto il veto in risposta alle sanzioni imposte dall’Unione Europea a Mosca dopo l’invasione di Kiev. «Nessuno dei Ventisette sarebbe imparziale verso Mosca», ha spiegato. Immediata la replica bulgara: «È una rappresaglia». Può essere, ma questo non cambia la sorte della Cop29, sloggiata da Sofia ancor prima di raggiungerla. La gran parte degli altri Stati vicini sostiene di non avere la capacità logistica di accogliere una Conferenza di tali proporzioni: a Dubai i partecipanti registrati sono oltre 97mila.

Non è poi solo questione di sistemare negoziatori, delegati, osservatori e giornalisti. Il padrone di casa è il grande tessitore dei negoziati, ruolo che richiede una certa preparazione. Solo l’Azerbajan si è fatto avanti in alternativa a Sofia. L’ipotesi, però, è stata stroncata sul nascere per l’opposizione dell’Armenia con cui Baku è ai ferri corti per il Nagorno-Karabakh. A meno di una settimana dalla conclusione del meeting, termine ultimo per trovare il bandolo della matassa, si è in alto mare. Il nervosismo cresce anche se nessuno dell’entourage organizzativo lo dice apertamente. Al contrario, qualunque riferimento alla Cop29 è sparito dalle plenarie. Nel mentre si moltiplicano le soluzioni creative.

Tra le più accreditate una Dubai-bis o un anticipo di Belem, città amazzonica che ospiterà il vertice nel 2025. Gli interessati, però, non sono d’accordo. La Cop29, alla fine, potrebbe svolgersi nel quartier generale della Convenzione sul clima di Bonn, sotto la guida prolungata del sultano e petroliere Ahmed al-Jaber. Uno dei presidenti più contestati si vedrebbe così rinnovato d’ufficio. Paradossi delle Cop. Eloquente il commento della delegata brasiliana Carmen Taboada: «Se non riusciamo nemmeno ad accordarci sul Paese ospite, come possiamo trovare un compromesso sul clima?».

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