venerdì 16 giugno 2023
I due Paesi, memori delle tempeste passate, hanno risposto immediatamente all'emergenza di Biparjoy evacuando 150mila persone in pochi giorni
Una famiglia che ha visto la propria casa sommersa dall'acqua

Una famiglia che ha visto la propria casa sommersa dall'acqua - Ansa

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Il ciclone Biparjoy, che significa "disastro" in lingua bengali, ha colpito ieri lo Stato indiano del Gujarat, vicino al confine con il Pakistan. Completamente devastati 145 villaggi nella zona del Kutch e oltre mille quelli rimasti senza elettricità: secondo le autorità locali il vento ha raggiunto i 140 chilometri orari. Il governo Indiano, ormai abituato a questi eventi estremi, sempre più frequenti per il cambiamento climatico, aveva già organizzato nei giorni scorsi l’evacuazione di 100mila residenti lungo la costa. La popolazione è stata trasferita in rifugi allestiti negli auditorium scolastici e in altri edifici governativi nell’entroterra. Queste precauzioni hanno scongiurato il peggio: solo due pastori fra i dispersi.

Le strade allagate a Mandvi nel Gujarat

Le strade allagate a Mandvi nel Gujarat - Ansa

Il ciclone adesso si è spostato verso il Pakistan, dove sono state evacuate più di 50mila persone, ma secondo il governo locale ha perso di intensità. «Alcune aree costiere del Sindh, Sujawal, sono state inondate, ma il Paese era preparato», ha riferito il dipartimento meteo di Islamabad.

Nel 2021, quando il ciclone Tauktae colpì il Gujarat, morirono quasi 100 persone, ma niente in confronto alle quattromila vittime della tempesta che colpì la regione indiana nel 1998. «Le ragioni principali dei pochi dispersi - ha detto Kamal Dayani, un alto funzionario indiano - sta nell'identificazione precoce delle aree colpite dal ciclone e nell'evacuazione tempestiva delle persone che vivono entro 10 chilometri dalle coste». Le autorità hanno anche sospeso la pesca, chiuso le scuole e le spiagge. Molte installazioni petrolifere offshore e i principali porti che costeggiano il Gujarat hanno chiuso pochi giorni fa.




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