sabato 16 luglio 2022
Il racconto delle ucraine sfollate
Tetiana sfollata a Kharkiv

Tetiana sfollata a Kharkiv - Gambassi

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Tira fuori il cellulare dalla tasca e inizia a passare da una foto all’altra. Sono scatti di cumuli di macerie, di un tetto abbattuto, di mura crollate. Quando arriva al quinto scatto, le lacrime cominciano a rigarle le guance. «Questa era la mia casa, la mia casa…», ripete con la voce rotta dai pianto. Ha il volto incorniciato dai capelli biondi a caschetto, Tetiana.

Accanto ha Margarita, «orgogliosamente» della regione di Kherson, dice lei. Sfollate lo sono da settimane, anche perché la casa di Tetiana è stata rasa al suolo dalle bombe il 30 giugno. Era a due passi dalla centrale nucleare di Zaporizhia. Come la maggioranza delle donne ucraine, ha trasformato il dolore in forza. Forza di reagire perché «non lascerò l’Ucraina, non lascerò mio marito che è un volontario nell’esercito al fronte, non lascerò mia mamma di 68 anni che è invalida». Prima tappa, a Kharkiv. Poi, a Kiev con al suo fianco i frati minori cappuccini e le suore della Sacra Famiglia di Nazareth. E la mente torna a ciò che accade intorno alla sua casa che non c’è più. «In un mondo civile come si può permettere tutto questo?».

Russe sono le radici di Margarita. Anche lei rifugiata da Kherson, occupata poco dopo l’inizio dell’invasione. «Forse in carcere la vita sarebbe stata meno dura», sostiene. Con sé ha portato la nonna. La zia, invece, risiede a Mosca. «E sa che cosa mi dice quando ci sentiamo? “Veniamo a liberarvi”. Ma da cosa. E lei: «Dai nazisti». Ho provato a spiegarle, ma non lo capisce. E quando le racconto che i soldati di Mosca ci bombardano, lei nega: “Non è assolutamente vero”. Hanno fatto credere alle persone che la Russia è come Dio e ha nelle sua mani il destino degli uomini». Nella cittadina dove abitava, Nova Kakhovka, i razzi ucraini hanno appena distrutto un deposito militare di Mosca. «Era pieno di bombe che avrebbero usato contro di noi». E mostra con orgoglio il video dell’attacco con le fiamme che si levano nella notte. Sorride per il colpo inferto al nemico. Ma è un sorriso amaro che solo la guerra può regalare.

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