mercoledì 12 febbraio 2014
Atterrato il primo cargo dell'Onu, seguiranno 24 consegne quotidiane. Terribile guerra civile, ma non è «interreligiosa». Amnesty: genocidio. Ban Ki-moon: scenari di secessione.
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​Il Programma Alimentare Mondiale dell'Onu ha attivato un ponte aereo tra Douala (Camerun) e Bangui per fornire cibo per 150 mila persone che hanno bisogno di assistenza alimentare nella Repubblica Centrafricana, devastata dalla guerra civile. Il primo aereo cargo dell'Onu, carico di 80 tonnellate di riso, è atterrato nel pomeriggio nella capitale: seguiranno 24 consegne di cibo quotidiane per alleviare la situazione di un milione e 300 mila persone, più di quarto della popolazione del paese, che hanno bisogno di assistenza alimentare.Gli scontri tra gli ex ribelli Seleka e le milizie anti balaka (anti machete, in lingua mandja) che stanno devastando la Repubblica Centrafricana sono spesso descritti come “interreligiosi”, essendo i Seleka musulmani e gli anti balaka cristiani. La realtà - spiega l'agenzia Fides - è invece più complessa, perché non tutti i membri di Seleka sono musulmani e soprattutto i miliziani anti balaka in gran parte non sono cristiani. Gli anti balaka sono presenti in tutte le comunità che siano animiste, cristiane o musulmane. Ma la maggior parte di loro sono animisti.Queste milizie esistono in effetti da prima della presa del potere della coalizione Seleka nel marzo 2013. Secondo un’inchiesta pubblicata dal quotidiano Ouest France - spiega ancora Fides - gruppi di autodifesa erano stati creati nel nord del Paese su impulso dell’ex presidente Bozizé (rovesciato nel marzo 2013) per proteggere le popolazioni dai banditi che imperversano nella regione. “Prima gli anti balaka combattevano i banditi di strada perché la gendarmeria e l’esercito non ne erano capaci” spiega nell’articolo padre Jean-Marius Toussaint Zoumalde, un cappuccino del convento di Saint-Laurent di Bouar (nord-ovest). Secondo il padre cappuccino la maggior parte dei membri di queste milizie “sono degli animisti, non dei cristiani. I loro marabutti danno loro degli amuleti (gri-gris) per proteggerli dai proiettili; hanno delle pratiche occulte. Sono giovani che da anni proteggono i loro villaggi e i loro territori”.Negli ultimi mesi alle milizie di autodifesa si sono uniti anche i sostenitori del deposto presidente Bozizé ed ex militari delle forze armate centrafricane che erano fuggiti di fronte all’avanzata di Seleka. Tra le diverse componenti degli anti balaka sono però sorte delle tensioni. In particolare i giovani miliziani biasimano gli ex militari di averli abbandonati alla mercé dei ribelli in tutti questi mesi.L'Alto Commissariato: catastrofe di proporzioni indicibiliNella Repubblica Centrafricana è in atto una "catastrofe umanitaria di proporzioni indicibili": lo ha denunciato Antonio Guterres, responsabile dell'Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. "Continua a essere perpetrata una massiccia pulizia etnico-religiosa", ha rincarato Guterres, che ha visitato diversi campi di emergenza dove sono ospitati migliaia di sfollati. Per Amnesty International è in corso una "pulizia etnica" contro civili musulmani e i "peacekeeper" internazionali sono incapaci di fermarla: è l'allarme di Amnesty International. Amnesty sostiene di aver documentato almeno 200 omicidi di musulmani da parte delle milizie anti-balaka.La Francia a Ban Ki-moon: inaccettabile una divisione"Nessuno accetterà una divisione" della Repubblica Centrafricana. Lo ha detto il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian, in risposta al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che invece aveva evocato tale scenario. "Nessuno accetterà alcuna divisione di sorta", ha avvertito Le Drian nel corso di una visita nel paese, dove ha incontrato la presidente di transizione Catherine Samba Panza. Ieri Ban aveva sottolineato che "la brutalità settaria" degli scontri "sta cambiando la demografia del paese e la divisione de facto della Repubblica Centrafricana è un rischio reale".
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