giovedì 13 luglio 2017
L'intervento attraverso Caritas italiana. Un milione di euro per aiuti e progetti di riconciliazione in Medio Oriente. In Sudamerica 500mila euro per assistere 24mila persone in difficoltà
Un bimbo chiede aiuti per potersi curare durante una manifestazione a Caracas (Ansa/Ap)

Un bimbo chiede aiuti per potersi curare durante una manifestazione a Caracas (Ansa/Ap)

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Un milione e mezzo di euro dalla presidenza Cei per far fronte a due emergenze umanitarie: la tragedia dei profughi siriani e la crisi venezuelana. Lo stanziamento, precisa una nota diffusa dal Sir, sarà erogato dal Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo grazie ai fondi dell’8 per mille a vantaggio di progetti di Caritas italiana, e sarà così ripartito: 1 milione di euro per gli aiuti umanitari in Siria, Libano e Giordania e 500mila euro per un programma di assistenza alla popolazione venezuelana.

In Siria, dopo sette anni di conflitto che ha causato oltre 400mila morti, oltre 6 milioni di sfollati interni e più di 5 milioni di rifugiati all’estero, oggi 13 milioni e mezzo di persone hanno estremo bisogno di aiuti umanitari: l’85% della popolazione vive sotto il livello di povertà. Gli aiuti della Caritas vogliono sia rispondere ai bisogni primari (assistenza sanitaria, cibo, generi di prima necessità) in Siria, Libano e Giordania, sia rafforzare i percorsi di riconciliazione ed educazione alla pace e alla convivenza civile, soprattutto tra giovani, in particolare in Siria e Libano dove è più forte la tensione tra diversi gruppi e fazioni.


In Venezuela la situazione peggiora ogni giorno di più: aumentano la violenza e gli scioperi ed è sempre più difficile trovare alimenti e medicinali. Con un’inflazione già accumulata del 700% (e prevista al 1.200%), la povertà tocca ormai l’82% della popolazione. Beneficiari diretti degli aiuti (che finanzieranno sicurezza alimentare e nutrizione, distribuzione di acqua e prodotti igienico-sanitari, salute) saranno 4.800 famiglie, circa 24mila persone in 10 diocesi, con i seguenti criteri: bambini/e con meno di 5 anni di età, donne in stato di gravidanza, anziani in situazione di solitudine, persone private della libertà e famiglie di bambini denutriti.

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