martedì 16 gennaio 2018
Fino al 28 gennaio è possibile contribuire alla raccolta fondi con sms e chiamate al numero solidale 45541
Bambini sostenuti da Coopi in Niger

Bambini sostenuti da Coopi in Niger

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Garantire l’accesso all’istruzione anche in contesti di conflitto e violenze come in Niger dove migliaia di persone hanno trovato rifugio dalla violenza del gruppo terroristico nigeriano di Boko Haram, e in Iraq, dove l’instabilità prosegue dal 2013. È l’obiettivo di Coopi – Cooperazione internazionale, che ha lanciato fino al 28 gennaio una campagna alla quale è possibile contribuire con sms e chiamate al numero solidale 45541.


I bambini sostenuti da Coopi sfidano ogni giorno minacce e pericoli per compiere quello che in altre parti del mondo è normale e scontato, come andare a scuola ed avere un’educazione. Bambini come Yasmeen, 9 anni, volto e simbolo della campagna, che è fuggita dalla Siria e non ha mai potuto frequentare una scuola formale. Oggi vive in un centro commerciale abbandonato con la sua famiglia e altri centinaia di bambini e da alcuni mesi grazie a Coopi frequenta una scuola temporanea.


Sono migliaia i bambini che vivono la stessa drammatica situazione di Yasmeen. In Iraq, dove si stima che i profughi in movimento entro i confini siano circa 3,1 milioni, ai quali si aggiungono 239mila rifugiati siriani, la presenza di ordigni inesplosi rende difficile spostarsi per andare a scuola. In Niger invece, nel 2016 ben 151 scuole situate lungo la frontiera con la Nigeria sono state chiuse. Si stima che nella regione di Diffa 32 bambini su 100 non vadano a scuola e solo il 35 per cento degli alunni completi il percorso educativo.


Con i fondi raccolti Coopi garantirà quindi accesso all’istruzione a 3.000 bambini che in Niger vivono in accampamenti temporanei e a 1.200 minori in quattro villaggi vicino a Mosul in Iraq. Coopi allestirà in tendoni e container aule dotate di tutti gli arredi necessari, fornendo libri e materiale didattico e formando il personale scolastico; realizzerà inoltre latrine, cisterne, impianti di purificazione dell’acqua e dispositivi igienici per il lavaggio delle mani, riducendo così anche il rischio di malattie ed epidemie. Siamo consapevoli che offrire l’educazione in contesti di emergenza equivale a salvare vite - afferma Ennio Miccoli, direttore di COOPI -. Laddove la guerra annienta le comunità facendole vivere nella paura e nella minaccia della violenza, le scuole costruite da Coopi offrono uno spazio sicuro di apprendimento che protegge l’integrità fisica e psicologica di bambini e ragazzi.


Oltre 6,4 milioni di bambini al mondo sono rifugiati e sfollati, costretti a spostarsi all’interno del proprio Paese oppure oltreconfine a causa di guerre e altre emergenze. Più della metà, cioè 3 milioni e mezzo di bambini tra i 5 e i 17 anni, lo scorso anno non ha potuto frequentare la scuola (dati Acnur). Le situazioni di crisi, infatti, hanno un effetto distruttivo sull’accesso all’educazione: molte scuole chiudono, le famiglie sfollate non riescono a sostenere le spese per l’istruzione, gli spostamenti obbligati allontanano i minori dalla scuola, aumentando il pericolo di coinvolgimento in gruppi armati e nella criminalità organizzata. Le bambine, in particolare, hanno una probabilità più che doppia rispetto ai coetanei maschi di uscire dal percorso educativo sin dalla primissima età, con forti rischi di cadere vittime di violenza sessuale e matrimoni precoci forzati.


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