venerdì 15 settembre 2023
Nel cassone. dietro una finta parete di plastica, i disperati provenienti dal Guatemala, ma anche da Ecuador, Honduras ed El Salvadora. Molti i bambini. Condannati per un altro caso, anche 11 agenti
Ragazzo con il, fratellino davanti al muro di Ciudad Juárez, la città al confine con gli stati Unikti nello Stato di Chihuahua di

Ragazzo con il, fratellino davanti al muro di Ciudad Juárez, la città al confine con gli stati Unikti nello Stato di Chihuahua di - Reuters

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Un gruppo di 350 migranti, in precarie condizioni di salute e disidratati, sono stati trovati ieri da agenti dell'Istituto nazionale delle migrazioni (Inm) del Messico al casello di Cosamaloapan, di un'autostrada che collega i comuni di Córdoba e Coatzacoalcos, nello Stato di Veracruz. L'Inm, riferisce oggi il quotidiano La Jornada, in coordinamento con le agenzie federali e statali messicane, ha verificato che i migranti non possedevano documenti per una permanenza legale in Messico, ed ha provveduto al sequestro l'automezzo in cui si trovavano persone provenienti soprattutto dal Guatemala, ma anche da Ecuador, Honduras ed El Salvador.

Ispezionando all'esterno il camion, aggiunge il giornale, il personale dell'Inm e gli agenti della polizia ha sentito urla e colpi provenienti dal rimorchio, hanno rotto i sigilli del portellone posteriore e rimosso unafinta parete in plastica che impediva la circolazione dell'aria. Si è appreso che i minori e i componenti di nuclei familiari rimarranno sotto la tutela del Sistema locale per lo sviluppo Integrale della famiglia (Dif), mentre tutti gli adulti sono stati portati in una sede dell'Inm a Veracruz per avviare la procedura per definire il loro status di immigrati in Messico. L'autocarro e il suo autista sono invece stati arrestatoi e saranno sentiti dalla Procura generale.

I poliziotti killer

All'orrore si aggiunge anche un'altra notizia drammatica. Undici agenti di polizia messicani sono stati giudicati colpevoli giovedì dell'omicidio di 17 migranti, uccisi a colpi di arma da fuoco e poi bruciati vicino al confine con gli Stati Uniti. La Procura ha affermato in un comunicato di essere "riuscita a ottenere una condanna" contro 11 agenti di polizia accusati di omicidio, mentre un altro e' stato giudicato colpevole di abuso d'ufficio. Le vittime sono migranti centroamericani. Dopo un processo durato più di tre mesi, il giudice Patricio Lugo Jaramillo ha raccolto prove sufficienti contro gli ex agenti di polizia, le cui condanne, che avranno luogo nei prossimi giorni, potrebbero arrivare fino a 50 anni di carcere.

Il 23 gennaio 2021 la procura dello Stato di Tamaulipas ha annunciato il ritrovamento in un furgone bruciato dei resti carbonizzati di 19 persone, la maggior parte delle quali erano migranti provenienti dal Guatemala che tentavano di entrare illegalmente negli Stati Uniti attraverso il Messico. Le vittime "sono state uccise e successivamente bruciate", si legge nella dichiarazione del pubblico ministero. Tra loro, secondo le autorità, i resti di due messicani sono stati identificati come quelli dei trafficanti che portavano i migranti alla frontiera con gli Stati Uniti. Inizialmente, tutti i 12 agenti di polizia furono accusati di omicidio. Ma uno di loro ha accettato di collaborare con la Procura ed è stato condannato per abuso di potere.


Lo Stato di Tamaulipas, situato sulla costa del Golfo del Messico, è la via più breve per raggiungere gli Stati Uniti da sud. Ma la regione è pericolosa a causa della presenza di bande che rapiscono, riscattano e uccidono i migranti. Il settore di Camargo, dove sono stati ritrovati i corpi, è conteso tra il cartello del Nordest, derivato da quello di Los Zetas, e il cartello del Golfo. Si è trattato di uno dei massacri più sanguinosi mai conosciuti in Messico, dopo che un gruppo di 72 migranti furono assassinati da presunti trafficanti di droga, sempre nello stato di Tamaulipas, nell'agosto 2010.


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