giovedì 13 maggio 2010
Gli Stati Uniti hanno chiuso l'ambasciata a Bangkok in seguito all'esplodere delle violenze nella capitale thailandese, dove oggi, dopo il ferimento del leader delle «camicie rosse», sono scoppiati violenti scontri con un morto e due feriti.
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L'ex maggiore dell'esercito Khattiya Sawasdipol, uno dei leader più radicali delle "camicie rosse" thailandesi, è stato ferito gravemente alla testa da un colpo di arma da fuoco nell'accampamento dei manifestanti antigovernativi a Bangkok. Lo riferisce la tv Thai Pbs.Khattiya, conosciuto con il soprannome di Seh Daeng (comandante rosso), è stato portato d'urgenza in ospedale dopo una raffica di proiettili udita alle 19.25 (le 14.25 in Italia) presso la Sala Daeng Intersection, dove le camicie rosse hanno eretto la loro barricata più estesa. Secondo il sito internet del New York Times, il leader è stato ferito durante un'intervista con un giornalista del quotidiano americano. Le forze armate hanno da tempo dispiegato cecchini sui tetti circostanti il bivacco dei sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra.Dopo il ferimento del leader dei rivoltosi, sono scoppiati disordini nel centro di Bangkok. Un manifestante è stato colpito alla testa ed è morto e altri due manifestanti sono rimasti feriti negli scontri fra oppositori e forze dell'ordineIntanto il governo thailandese ha dichiarato lo stato di emergenza in altre 15 province per cercare di controllare il movimento antigovernativo. Le autorità thailandesi hanno anche tolto la corrente elettrica e oscurato i segnali telefonici all'interno dei tre chilometri quadrati occupati dalle "camicie rosse" nel centro di Bangkok, chiudendo inoltre al traffico le cinque principali arterie stradali che circondano la zona e sei stazioni della metropolitana sopraelevata e sotterranea. Chi cercasse di entrare nelle strade interessate dal  divieto rischia due anni di prigione. All'interno del bivacco dei manifestanti governativi, in piedi dal 3 aprile, il palco dove si alternano i leader è ora alimentato dai generatori.
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