mercoledì 19 marzo 2014
​Il premier, dopo aver ammesso di riconoscere le difficoltà che stanno incontrando le coppie lavoratrici con figli, ha promesso di aiutarle con un assegno di duemila sterline l’anno per ogni figlio.
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Dopo le critiche ai tagli effettuati dal governo, una scure che è caduta pesantemente non solo su poveri e immigrati ma anche e soprattutto sulle famiglie della piccola e medio borghesia, ora il premier David Cameron sta cercando di correre ai ripari e ieri, dopo aver ammesso di riconoscere le difficoltà che stanno incontrando soprattutto le coppie lavoratrici con figli, ha promesso di aiutarle con un assegno di duemila sterline l’anno per ogni figlio. I soldi sono destinati a coprire il 20 per cento di quello che ogni famiglia spende all’anno per pagare asili o bambinaie (circa 10mila sterline). Lo schema sarà offerto, ha annunciato ieri Cameron assieme al suo vice Nick Clegg, a tutte quelle famiglie con bambini fino all’età di 12 anni. Ma l’aiuto economico non coprirà quelle coppie che scelgono un’assistenza all’infanzia più costosa delle diecimila sterline l’anno. Il pacchetto è stato in realtà annunciato per la prima volta l’anno scorso, ma ora promette di diventare uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale dei partiti di coalizione, i conservatori e i lib-dem per le elezioni della primavera 2015: una data ipotizzata per l’entrata in vigore è infatti l’autunno del 2015. Per questo il premier è già stato preso di mira dall’opposizione laburista che lo ha accusato di essere «troppo in ritardo» ed «estremamente misero». Cameron dovrà senz’altro rimboccarsi le maniche se vuole guadagnarsi un secondo mandato e una delle prime cose che sta cercando di fare è quella di riconquistare il consenso perduto delle classi medie e di risorgere dalla montagna di accuse che ha ricevuto negli ultimi mesi di essersi accanito contro i più poveri e vulnerabili pur di risollevare le sorti dell’economia.Un’accusa che più di una volta è calata da alti pulpiti come quello dell’arcivescovo anglicano di York John Sentamu che qualche settimana fa ha rimarcato come il lavoro non rappresenti più «una sicurezza per uscire dalla povertà» perché «i salari non bastano più a coprire i bisogni basilari di un essere umano» e lo dimostra il fatto che «sempre più impiegati usano le banche del cibo per sfamarsi». E anche il capo della Chiesa cattolica, il cardinale Vincent Nichols, è recentemente sceso in campo a difesa dei poveri definendo «una vergona» la riforma del welfare del governo conservatore di Cameron: «Questa riforma fa a pezzi quella rete di protezione che garantisce alle persone di non essere abbandonate nella miseria».
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