giovedì 31 luglio 2014
Accusa dell'Alto commissario Onu Pillay. E ancora le Nazioni Unite: 80% morti civili, uccisi 251 bambini. I palestinesi: 1.400 morti Non ce l'ha fatta Shaymaa, la bimba nata dalla mamma uccisa

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Israele viola "deliberatamente" il diritto internazionale. È l'accusa dell'Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, che ha condannato gli attacchi israeliani a Gaza contro case, scuole, ospedali, centri Onu. "Nessuno di questi attacchi è sembrato casuale, ma un atto di deliberata violazione del diritto internazionale", ha detto. Hamas e Israele, ha aggiunto Pillay, "commettono gravi violazioni dei diritti dell'uomo, che potrebbero costituire crimini contro l'umanità". E sempre dall'Onu arriva un'altra affermazione agghiacciante: "Oltre l'80% delle persone uccise finora a Gaza sono civili, di cui 251 bambini". Ad affermarlo la responsabile per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, Valerie Amos, intervenendo in videoconferenza alla riunione di urgenza del Consiglio di Sicurezza Onu. Tra le vittime ci sono anche 7 membri dello staff dell'Onu. Il bilancio aggiornato dei palestinesi colpiti dal fuoco israeliano a Gaza avrebbe toccato quota 1.400 morti e 8.100 feriti. Lo afferma la agenzia di stampa palestinese al-Ray, vicina a Hamas. Bombe su un'altra scuola Onu: è strageSono stati sorpresi nel sonno. Un boato. E poi l’inferno. Vetri, calcinacci, detriti mischiati ai resti umani. Un’altra strage. In un’altra scuola Onu che offriva riparo nel campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza, al popolo sempre più numeroso di chi è rimasto senza casa. Erano almeno 3.300 le persone stipate all’interno dell’edificio, una delle 85 strutture dell’Onu “aperte” ai palestinesi. Il bilancio è tragico: sono almeno 23 le vittime, più di un centinaio i feriti. È la seconda volta che l’artiglieria israeliana fa strage in un edificio dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti ai rifugiati palestinesi, la sesta volta che una scuola Onu viene colpita. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha parlato di un «attacco ingiustificabile e scandaloso»: «Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono». Condanna e preoccupazioni sono state espresse dalla Casa Bianca per la «uccisione di civili innocenti».  Ma non basta. L’esercito israeliano ha sparato anche contro un mercato sempre a Gaza. I morti sono almeno dodici (tra questi anche un fotoreporter palestinese), 150 i feriti. Il raid sarebbe avvenuto durante la tregua di umanitaria di 4 ore, dichiarata dall’esercito israeliano a partire dalle 14 ora italiana di ieri. Il numero uno della missione, Pierre Krähenbühl ha tuonato contro lo Stato ebraico: «Condanno nei termini più decisi possibile questa grave violazione del diritto internazionale da parte delle forze israeliane». «Bambini, donne e uomini sono stati uccisi e feriti mentre dormivano in un luogo dove avrebbero dovuto essere al sicuro». Secondo quanto ha riferito la Bbc, alcuni funzionari delle Nazioni Unite hanno raccolto frammenti di proiettile che confermerebbero la provenienza dalle postazioni israeliane a nord est della zona. L’esercito di Tel Aviv ha annunciato un’indagine sull’incidente, sostenendo tuttavia che «i militanti hanno sparato colpi di mortaio questa mattina dalle vicinanze della scuola dell’Unrwa» e i soldati «hanno risposto sparando verso l’origine del fuoco». La stessa Unrwa, la tempo stesso, ha riconosciuto che in un’altra delle scuole a Gaza è stato localizzato un deposito clandestino di razzi, e ha denunciato la violazione della propria «neutralità», e della «inviolabilità» degli edifici Onu.  Al 23esimo giorno di conflitto tra Israele e Hamas, intanto, il bilancio è di circa 1.360 morti palestinesi (249 i bambini) e 56 israeliani, tra cui 53 soldati: le quattro ore di tregua umanitaria, concesse ieri da Israele, sono evaporate velocemente. Hamas ha parlato di una mossa «a fini mediatici», peraltro «totalmente inutile perché non include l’intera Striscia, ma solo le aree dove già non si combatte». Allo scadere sono ripartiti gli scontri. E i razzi palestinesi verso Ashkelon, Ashdod e la costa israeliana. In un’ora e mezza dalla Striscia sono stati lanciati 11 tra razzi e colpi di mortaio contro le comunità israeliane del sud del Paese.  Le autorità palestinesi, da parte loro, hanno denunciato l’uccisione di una bambina disabile di 11 anni durante un attacco su Gaza, e l’annientamento di due diverse famiglie, di nove e sette persone rispettivamente, nel corso di una serie di martellamenti di artiglieria contro Khan Younis, al sud: anche in questo caso è morto un minore. Morti anche tre soldati israeliani. Sul fronte diplomatico, nonostante le pressioni internazionali, non sembra aprirsi nessun spiraglio. L’Autorità nazionale palestinese ha smentito l’invio al Cairo di una propria delegazione, comprendente anche esponenti di Hamas e della Jihad Islamica, per ascoltare le nuove proposte dei mediatori egiziani. Sarebbe invece sbarcata una delegazione di Israele. Sembrava che una tregua fosse vicina, ma l’Anp ha rilanciato la palla nel campo d’Israele cui «tocca fare la prima mossa». Secondo l’ex presidente israeliano Shimon Peres «Israele ha esaurito l’opzione militare». Un’affermazione smentita dalla decisione presa dal gabinetto di sicurezza di Israele al termine di una riunione durata cinque ore: l’esercito israeliano continuerà i suoi attacchi ad Hamas e per la neutralizzazione dei tunnel. L’esercito potrà permettere altre tregue umanitarie. Nelle zone dove non si combatte. (Luca Miele)
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