martedì 4 agosto 2015
​Il governo ha chiesto l'aiuto internazionale. Coinvolte oltre 210mila persone.
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Il governo birmano ha chiesto l'aiuto della comunità internazionale per far fronte alle devastanti alluvioni che hanno colpito l'ovest del Paese nell'ultima settimana, causando almeno 47 morti e coinvolgendo oltre 210 mila persone. Lo riportano oggi i media statali citando il ministro dell'Informazione, Ye Thut, e ammettendo indirettamente che la risposta delle autorità all'emergenza è stata finora "debole"."Stiamo cooperando e invitando l'assistenza internazionale. Abbiamo iniziato a contattare possibili Paesi e organizzazioni di donatori", ha detto il ministro Ye Thut, uno dei portavoce del primo ministro Thein Sein. "La debole risposta del governo al disastro ha portato a fraintendimenti circa gli sforzi di evacuazione", ha aggiunto il quotidiano 'Global New Light of Myanmar', riportando le parole del ministro. L'appello del governo giunge mentre nell'ovest del Paese ampie aree rurali sono tuttora sommerse dalle acque, in alcuni casi profonde oltre un paio di metri. Mentre nello stato Rakhine - dove 140 mila Rohingya vivono in squallidi campi di sfollati dai pogrom anti-musulmani del 2012 - e in quello Chin l'acqua viene segnalata in parziale ritirata, le vie di comunicazione rimangono impraticabili ed è diffuso il timore che il bilancio delle vittime sia destinato ad aggravarsi sensibilmente.L'invito alla comunità internazionale rappresenta un chiaro cambio di strategia rispetto alla gestione dell'emergenza causata dal catastrofico tifone Nargis nel 2008. All'epoca, quando il Paese era ancora sotto una paranoica dittatura militare isolata dall'Occidente, i generali impedirono gli aiuti stranieri nonostante un bilancio di vite stimato in 130 mila morti.
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