martedì 26 gennaio 2010
«Mai paragonato Port-au-Prince all’Aquila. Ma qui manca qualcuno che decida»
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«Polemiche del dopo partita del lunedì». Hillary Clinton liquida così le critiche di Guido Bertolaso che aveva parlato di «situazione patetica» a proposito della gestione americana degli aiuti ad Haiti. Parole dalle quali Franco Frattini ha subito preso le distanze: «Il governo italiano non si riconosce» nelle dichiarazioni «emotive» del Capo della Protezione civile. Ma Bertolaso corregge il tiro e replica: nessuna critica agli americani che, dice, come gli altri pagano la mancanza di un coordinamento da parte degli organismi internazionali. Mentre a Frattini fa sapere che lui è «pagato per stare calmo e fare le cose per bene». Per Casini invece Bertolaso ha detto «ciò che è sotto gli occhi di tutti».Le critiche di Bertolaso fanno presto ad attraversare l’Oceano. E non piacciono al segretario di Stato statunitense che le liquida con un’espressione del mondo del football: «Monday morning quarterback», dice il ministro degli Esteri di Obama, qualcosa che suona come «chiacchiere da Processo del lunedì». La Clinton ci tiene a ribadire il «grande apprezzamento per l’aiuto tecnico fornito dall’Italia». E ricorda che «l’Italia ha sofferto anch’essa un tragico terremoto anche se, è ovvio, logistica e infrastrutture in questo caso sono diverse da quelle de L’Aquila».Il ministro degli Esteri italiano aveva già cercato di mettere una pezza alle parole del sottosegretario Bertolaso: «Ha fatto proposte importantissime al governo e al presidente di Haiti – dice Frattini – sul futuro dei bambini e le linee di evacuazione». Ma ha anche «attaccato frontalmente gli Usa e le organizzazioni internazionali: in queste dichiarazione il governo non si riconosce». Insomma, sono state parole «legate a un elemento emotivo. Noi non abbiamo dato e non desideriamo dare lezioni a nessuno: ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo insieme agli Usa e all’Onu».Tutto era stato provocato dall’intervista che Bertolaso aveva rilasciato domenica sera a «In mezz’ora» di Lucia Annunziata. L’uomo delle grandi emergenze non aveva usato toni diplomatici: gli americani «tendono a confondere l’intervento militare con quello che deve essere un intervento di emergenza, che non può essere affidato alle forze armate. A loro manca una testa, una capacità di coordinamento al di sopra dell’organizzazione, la disciplina e le procedure militari. Nell’intervento Usa si sono affidati troppo alle stellette». Gli aiuti sono arrivati «ma non si trova uno che cominci a dare gli ordini».Poi arrivano le repliche della Clinton e la frenata di Frattini. Ma Bertolaso torna a precisare: «Respingo chi sostiene che le mie parole fossero un attacco agli americani – dice dall’Aquila dove è tornato dopo la visita ad Haiti – che stanno facendo uno sforzo molto importante, come altri Paesi della comunità internazionale. Ma gli Usa condividono con noi le difficoltà dell’organizzazione della macchina dei soccorsi» per l’assenza «di una persona con pieni poteri». Bertolaso poi precisa di non avere «mai paragonato L’Aquila ad Haiti: sarei stato uno sciocco. Ho solo detto che il modello utilizzato dall’Italia a L’Aquila è quello che dovrebbe essere utilizzato in un contesto emergenziale».
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