mercoledì 3 febbraio 2010
Un discorso alla Knesset che ha rinsaldato il legame tra Italia e Israele e un faccia a faccia con il presidente dell'Aurtorità palestinese Abu Mazen: sono state queste le due principali tappe della gioranata del premier Berlusconi in Israele.
COMMENTA E CONDIVIDI
Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha concluso oggi il suo viaggio durato tre giorni in Israele e a Betlemme nel corso del quale ha cercato di rilanciare il dialogo e i negoziati di pace fra le due parti, rimanendo però inascoltato. In occasione delle due conferenze di stampa congiunte sia il premier israeliano Benjamin Netanyahu sia il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen, hanno affermato di essere sì aperti a un rilancio dei negoziati senza però accettare l'esplicita offerta presentata da Berlusconi di un rilancio delle trattative, magari con una tappa ad Erice, in Sicilia.La giornata è stata segnata anche da due frasi che hanno fatto discutere: la prima pronunciata alla Knesset quando ha definito "giusta" la reazione scatenata da Israele a Gaza un anno fa. Nel pomeriggio poi a Betlemme, rispondendo a un giornalista Rai che gli chiedeva le impressioni alla vista del muro di cemento che circonda Betlemme, ha detto di non averlo visto mentre passava perché distratto dalla lettura.IL TENTATIVO DI MEDIAZIONE"Oggi pomeriggio mi rivolgerò, con un appello che viene dal cuore, al presidente Abbas affinché torni al tavolo del negoziato e consegni alla storia un accordo per la pace e lo sviluppo economico del suo popolo, della sua terra, dando vita così a quello Stato Palestinese che la comunità internazionale attende", ha detto stamattina Berlusconi alla Knesset. "Se potesse essere utile, l'Italia sarebbe felice di mettere a disposizione Erice", ha ripetuto Berlusconi in più occasioni.Da parte sua Netanyahu, nella conferenza stampa congiunta di ieri, aveva detto: "Abbiamo la voglia e il modo per arrivare alla pace", e indicando poi il tendone sotto cui si trovavano, "La cosa più semplice è entrare in questa tenda o qualsiasi altra tenda che può essere sede di colloqui di pace, ma la chiave è entrare nella tenda". Anche Abu Mazen non si è sbilanciato, ringraziando Berlusconi, ma restando fermo sulla questione degli insediamenti, definiti "illegittimi"."Ringraziamo il presidente Berlusconi per l'attenzione constante al problema palestinese e la necessità di raggiungere un accordo per due stati che rappresenta un fatto importante per tutta le regione. Noi abbiamo avuto colloqui e parlato della situazione attuale nei territori occupati e fatto presente il pericolo degli insediamenti. Siamo sempre positivi per raggiungere la pace", ha detto.BERLUSCONI NON NOTA MURO BETLEMME, "PIOMBO FUSO" FU GIUSTONel corso della visita il presidente del Consiglio, dicevamo, è però scivolato in due occasioni."Devo deluderla perché non me ne sono accorto, stavo mettendo in ordine le mie idee su cosa avrei detto al presidente e me ne scuso", ha detto Berlusconi rispondendo a un cronista che gli domandava che impressione gli avesse fatto il muro che attorno a Betlemme divide gli israeliani dai palestinesi e che il presidente ha attraversato per raggiungere la cittadina, dove si è incontrato per circa quaranta minuti con Abu Mazen.La mattina, nel corso dell'intervento alla Knesset Berlusconi aveva definito "giusta" - un aggettivo aggiunto a braccio rispetto al discorso scritto - la reazione di Israele al lancio dei missili da parte di Hamas che un anno fa era poi sfociata nell'operazione Piombo fuso, durante la quale persero la vita circa 1.400 palestinesi.CERCANDO UN EQUILIBRIO, BLOCCO INSEDIAMENTI E SANZIONI IRANBerlusconi ha cercato per tutto il viaggio di avere una posizione di equilibrio tra le due parti, da un lato chiedendo il blocco degli insediamenti israeliani, "ostacolo alla pace", dall'altro insistendo sulla necessità dell'unione della comunità internazionale per contrastare il programma nucleare iraniano tramite sanzioni efficaci."La politica israeliana degli insediamenti può rappresentare un ostacolo alla pace. Voglio dire al popolo e al governo israeliani, da amico, con il cuore in mano, che perseverare con questa politica sarebbe un errore", ha detto alla viglia della sua visita in un'intervista rilasciata al quotidiano liberal israeliano Haaretz.Quanto al piano del nucleare dell'Iran, "non si possono ammettere cedimenti: occorre ricercare la più ampia intesa a livello internazionale per impedire e sconfiggere i disegni pericolosi del regime iraniano", ha detto Berlusconi. "La via da percorrere è quella del controllo multilaterale sugli sviluppi militari del programma nucleare iraniano, quella del negoziato risoluto, quella delle sanzioni efficaci.Per quel che riguarda l'Iran, il Cavaliere ha ieri annunciato che l'Eni si è ritirata dalla terza fase di sviluppo del giacimento di Darkhovin, notizia però smentita stamane dall'Iran.Sul fronte personale, Berlusconi è uscito rafforzato nel suo rapporto con Israele da questa visita.Netanyahu lo ha chiamato più volte "il più caro amico di Israele al mondo", un "leader coraggioso" e amato dagli israeliani. "Gli incontri sono stati fruttuosi, tutti mi hanno caricato di grandi responsabilità e spero di poter essere utile", ha detto il premier al termine del viaggio, visitando la Basilica della Natività.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: