giovedì 3 giugno 2010
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Cordoglio per le vittime. Preoccupazione per la pace. Rifiuto della violenza e nuovo appello a quanti hanno responsabilità politiche affinché ricerchino soluzioni giuste per tutti. Non poteva certo restare indifferente il Papa di fronte ai tragici fatti seguiti al tentativo di una nave di pacifisti di forzare il blocco israeliano su Gaza. E ieri al termine dell’udienza generale Benedetto XVI ha espresso il suo pensiero con una breve ma assai incisiva dichiarazione, che giunge, tra l’altro, a 48 ore dalla partenza per il viaggio a Cipro, dove si parlerà anche di Medio Oriente, dato che il Pontefice pubblicherà il testo dell’Instrumentum laboris per l’assemblea speciale del Sinodo dei vescovi dedicata a quella regione.«Con profonda trepidazione – ha detto ieri Papa Ratzinger – seguo le tragiche vicende avvenute in prossimità della Striscia di Gaza. Sento il bisogno di esprimere il mio sentito cordoglio per le vittime di questi dolorosissimi eventi, che preoccupano quanti hanno a cuore la pace nella regione. Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le controversie, ma ne accresce le drammatiche conseguenze e genera altra violenza». Di qui l’appello del Papa «a quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale affinché ricerchino incessantemente soluzioni giuste attraverso il dialogo, in modo da garantire alle popolazioni dell’area migliori condizioni di vita, in concordia e serenità». Infine l’invito rivolto a tutti i fedeli ad unirsi con il Pontefice «nella preghiera per le vittime, per i loro familiari e per quanti soffrono. Il Signore sostenga gli sforzi di coloro che non si stancano di operare per la riconciliazione e la pace».Non è stato questo il solo accenno del Papa alla regione mediorientale. Proprio in vista dell’imminente itinerario sulle orme di San Paolo, Benedetto XVI ha infatti aggiunto: «Vi invito cari amici ad accompagnare con la vostra preghiera il viaggio pastorale a Cipro che intraprenderò dopodomani, affinché sia ricco di frutti spirituali per le care comunità cristiane del Medio Oriente».Proprio il Sinodo proclamato il 19 settembre 2009, in programma nell’ottobre di quest’anno in Vaticano, è un ulteriore segno di vicinanza a tutti gli eventi della Terra che vide la nascita del cristianesimo. Benedetto XVI, come il suo predecessore Giovanni Paolo II, non ha mai mancato di far sentire la sua voce per chiedere pace e riconciliazione. Lo ha fatto sia da Roma ai tempi della occupazione militare di Gaza e delle ostilità nel sud del Libano, sia recandosi pellegrino in Giordania, Israele e Territori palestinesi dall’8 al 15 maggio dello scorso anno.L’ultimo giorno di quella visita, in particolare, lanciò un forte appello alla riconciliazione: «Mai più spargimento di sangue. Mai più combattimenti. Mai più terrorismo. Mai più guerre. Al contrario, facciamo in modo di spezzare il circolo vizioso della violenza». Benedetto XVI chiese per la Terra di Gesù la soluzione dei due Stati (uno israeliano e l’altro palestinese) e disse senza mezzi termini che «una delle immagini più tristi per me durante la mia visita in questi paesi è stato il muro. Mentre vi passavo accanto ho pregato per un futuro in cui i popoli della Terra Santa possano vivere insieme nella pace e nell’armonia senza il bisogno di questi strumenti di sicurezza e di separazione, ma piuttosto rispettandosi e avendo fiducia l’uno nell’altro, rinunciando a tutte le forme di violenza e di aggressione».
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