lunedì 15 febbraio 2010
L'incidente nei pressi di Halle, coinvolti i convogli che trasportavano i pendolari. Il bilancio della tragedia è il più grave della storia del Paese: 18 morti e un centinaio di feriti. All'origine del disastro un semaforo rosso non rispettato (forse per la scarsa visibilità a causa della neve). Disagi per il traffico ferroviario in tutta Europa.
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Il bilancio è tragico, almeno 18 morti e decine di feriti in condizioni gravi mentre ancora proseguiva l’ispezione dei relitti dei vagoni. Erano le 8,30, ora di punta per le migliaia di persone che dalla provincia belga vanno a lavorare nella capitale quando ieri due treni di pendolari si sono scontrati in piena velocità nei pressi di Halle, una cittadina delle Fiandre alle porte di Bruxelles: nevicava, e questa circostanza ha forse impedito a uno dei due conducenti di vedere un semaforo rosso che lo avvertiva del ritardo nel passaggio dell’altro convoglio. Lo scontro è stato frontale, a una velocità sommata di oltre 160 chilometri l’ora, le due carrozze motrici di testa si sono schiantate l’una contro l’altra impennandosi, altri vagoni si sono rovesciati su un lato, alcuni devastati dall’urto. Le linee elettriche sono state danneggiate, un cavo è caduto entrando in contatto con due dei vagoni e ciò ha impedito ai soccorritori di intervenire immediatamente per liberare le persone rimaste intrappolate. Agghiaccianti le testimonianze dei passeggeri: di chi ha visto corpi sbalzati sulla recinzione lungo i binari e sagome umane inerti tra lamiere deformate, di chi ha udito i lamenti dei feriti bloccati in quel che rimaneva dei vagoni. «Ho visto una donna agonizzante intrappolata sotto i binari – racconta Christian, la testa bendata stretta fra le mani – c’è stato uno schianto impressionante, non è stato preceduto da frenate, il mondo si è come capovolto, un incubo di lunghissimi secondi». «Nessuna frenata, è successo tutto in un attimo, un incubo», conferma Herman, 25 anni, psicologo, e spera che il suo lavoro lo aiuti a superare lo choc. Insieme i due treni trasportavano tra 250 e 300 tra passeggeri e personale delle ferrovie. «Il numero delle vittime potrebbe ancora aumentare» avvertivano in serata i portavoce del governatore della provincia Lodewijk De Witte definendo ufficiale ma provvisorio il bilancio di tre donne e 15 uomini morti, e 162 feriti tra i quali una quindicina in condizioni gravissime se non disperate. Nessun italiano nell’elenco delle vittime, ha detto un portavoce del ministero degli Esteri belga.Numerosi collegamenti ferroviari sono stati sospesi per la maggior parte della giornata: tra questi i treni ad alta velocità da Bruxelles verso Parigi e Londra che resteranno fermi anche oggi.La catastrofe di Halle è stata l’incidente ferroviario piú grave del Belgio insieme con il deragliamento del 1974 in cui rimasero uccise 15 persone, e una delle piú micidiali negli ultimi dieci anni in tutta Europa: con quelli del maggio 2003 in Ungheria (33 morti), del luglio 2004 in Turchia, con 37 vittime, del settembre 2006 in Germania (23 morti) e del gennaio 2005 in Italia, quando nei pressi di Bologna la collisione fra un treno passeggeri e un merci costò la vita di 17 persone. La spiegazione secondo cui la collisione di Halle è stata provocata da un semaforo rosso non visto (o non visibile) dal conducente del treno proveniente da Lovanio è stata avanzata dal governatore De Witte in una conferenza stampa. La catastrofe ha riportato alla memoria l’incidente anch’esso gravissimo avvenuto in Belgio il 29 marzo 2001, quando due treni si scontrarono, facendo una decina di vittime, a causa di un difetto di comunicazione tra il personale ferroviario che parlava solo fiammingo e quello vallone, che parlava solo francese. I portavoce della società delle ferrovie belghe Sncb hanno comunque sottolineato che è troppo presto per fare ipotesi sulle cause dell’incidente e che è piú prudente attendere le conclusioni dell’inchiesta che è stata immediatamente aperta. Immediate anche le reazioni del governo belga. Mentre re Alberto II era atteso ad Halle, il primo ministro Yves Leterme ha interrotto una visita nei Balcani per rientrare a Bruxelles.
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