mercoledì 16 dicembre 2020
Per la prima volta la giustizia britannica ha riconosciuto il ruolo dello smog in un decesso. La piccola era asmatica e viveva accanto a una strada molto trafficata
Smog a Londra

Smog a Londra - Archivio Ansa

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Per la prima volta la giustizia britannica ha riconosciuto il ruolo dell'inquinamento atmosferico in una morte, quella di una bimba di appena nove anni che viveva in una palazzina dormitorio affacciata su una strada molto trafficata della periferia di Londra. La piccola, asmatica e di salute cagionevole, era deceduta nel 2013 ma solo dopo sette anni di battaglie legali la famiglia si è vista riconoscere un collegamento tra il decesso e lo smog.

"La mia conclusione è che morì di asma ma un'esposizione eccessiva all'inquinamento atmosferico contribuì materialmente alla morte di Ella" Adoo-Kissi-Debrah, ha annunciato il pubblico ufficiale incaricato dell'inchiesta del London Borough of Southwark, Philip Barlow, dopo due settimane di udienze. In particolare la bambina fu esposta a biossido di azoto e polveri sottili, emesse principalmente dalle auto in transito, superiori alle soglie prescritte dall'Oms.

La bambina, la cui famiglia è di origine africana, morì il 15 febbraio del 2013 dopo una grave crisi asmatica e al culmine di un calvario che andava avanti da tre anni, con attacchi ripetuti e 27 ricoveri dovuti alla malattia. Ella viveva con la sua famiglia a meno di 30 metri dalla South Circular, una strada molto transitata e regolarmente congestionata a sud di Londra.

"Le dovevamo questo atto di giustizia, lo meritava", ha commentato commossa la madre della bambina, Rosamund Kissi-Debrah, presente in aula insieme agli altri due figli. "È giusto per lei, ma speriamo possa servire ad altri bambini che camminano ancora fra lo smog di questa città", ha aggiunto.

Il 'coroner' ha stabilito che corresponsabile del decesso fu lo smog, un pericolo che non fu segnalato alla famiglia che peraltro non si sarebbe potuta permettere un alloggio in una zona più salubre rispetto al sobborgo di Lewisham, ai margini sud-orientali di Londra.

Decisive per l'indagine sono state una perizia medica del professor Stephen Holgate, da cui emerge che Ella rimase per mesi "sull'orlo del baratro" prima dell'attacco fatale, e il lavoro del coroner aggiunto della corte di Southwark, Barlow.

Quest'ultimo ha elencato le cause del decesso nel certificato di morte indicandole come "uno scompenso respiratorio acuto; una forma severa di asma; l'esposizione all'inquinamento".

Per i legali della famiglia di Ella si tratta di una sentenza inedita a livello britannico e forse mondiale che ora potrebbe fare giurisprudenza nel Common Law d'Oltremanica. Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha definito le conclusioni del coroner come "un punto di riferimento" definendo l'inquinamento "una crisi della salute pubblica". "Dobbiamo promuovere politiche coraggiose come l'estensione della zona a emissioni ultra basse in tutto il centro della città", ha sottolineato.

Gli attivisti hanno chiesto un'azione immediata per proteggere le persone da agenti inquinanti come il biossido di azoto e il particolato che causano migliaia di morti premature ogni anno. O

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