giovedì 17 febbraio 2011
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Il governo del Bahrein ha confermato che tre persone sono rimaste uccise e 231 feriti nelle cariche della polizia per sgomberare i manifestanti del centro di Manama. Lo dice il ministero della Sanità.Rappresentanti dell'opposizione e testimoni hanno invece riferito finora di almeno cinque morti negli scontri.RESTA ALTA LA TENSIONEResta alta la tensione in Bahrein, dove ieri si è contato il terzo giorno di proteste. L’assunzione di responsabilità pubblica del re, che alla tv di Stato si è scusato per i manifestanti uccisi dalla polizia, non è bastata a placare gli animi. Centinaia di manifestanti anti governativi hanno partecipato al funerale di uno dei manifestanti sciiti rimasti uccisi due giorni fa durante gli scontri con la polizia. In centinaia hanno trascorso la notte accampati in piazza delle Perle. I manifestanti promettono ancora battaglia: «Sabato organizzeremo – ha annunciato Ebrahim Sharif, il leader del movimento laico “Azione democratica nazionale” in un’intervista al quotidiano Wall Street Journal – la più grande manifestazione politica nella storia del Bahrein. Puntiamo a far scendere in strada 100 mila persone, di sicuro non saranno meno di 50 mila».L’organizzazione politica di Sharif fa parte di un comitato di sette gruppi, tra cui il blocco sciita al-Wafaq, nato per coordinare la protesta contro il governo e unificare le richieste dell’opposizione. Sheik Ali Salman, leader del blocco sciita, ha stilato le richieste dell’opposizione: «Potere al popolo, realizzazione di una “vera” monarchia costituzionale ed elezione del primo ministro, attualmente di nomina regia».Da parte sua re Al Khalifas, al potere dal 1971, avrebbe segretamente chiesto aiuto ai sauditi per domare la rivolta in patria. A svelarlo è il sito di intelligence israeliana Debkafile, secondo cui Al Khalifas ha chiesto a Riad di mettere le proprie forze in stato di allerta in modo che possano intervenire se la situazione dovesse sfuggire di mano. Riad, dal canto suo, ha già iniziato ad aumentare la sicurezza a tutela della propria minoranza sciita nelle regioni orientali del regno ricche di petrolio, proprio in conseguenza delle proteste in Bahrein.La situazione sta mettendo a serio rischio anche il Gran Premio di Formula Uno previsto in Bahrein per il mese prossimo. «Il pericolo è evidente, o no? – ha detto al Daily Telegraph il patron del Circus, Bernie Ecclestone – : se queste persone volessero fare storie e ottenere un riconoscimento a livello mondiale, sarebbe dannatamente facile. Prova a creare problemi sulla griglia in Bahrein e otterrai una risonanza planetaria». (E.A.)
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