giovedì 18 maggio 2023
La piccola di 8 anni si è sentita male nel centro di Harlingen dove era reclusa con i genitori. Le strutture Usa sono sovraffollate anche se gli arrivi sono calati dalla fine del blocco del confine
Aspiranti richiedenti asilo si consegnano alle autorità Usa a El Paso in Texas

Aspiranti richiedenti asilo si consegnano alle autorità Usa a El Paso in Texas - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Di lei si sa solo l’età: 8 anni. Nient’altro. Né il nome, né le provenienza. Si conosce, però, quel che non aveva: la cittadinanza statunitense. Era arrivata nel Paese dal confine con il Messico mescolata, insieme ai genitori, al fiume di profughi in fuga dalla violenza bellica latinoamericana. I tre erano stati messi sotto custodia dalla polizia di frontiera nel centro di Harlingen, in Texas. Là si è sentita male nella notte tra mercoledì e giovedì ed è stata ricoverata in ospedale dove si è spenta poche ore dopo per cause ancora sconosciute. La morte della piccola è avvenuta a meno di una settimana da quella di un 17enne non accompagnato dell’Honduras, deceduto in una struttura in Florida. Ed entrambe si sono verificate nel mezzo della bagarre politica per la scadenza, l’11 maggio, del “Titolo 42”, il blocco della frontiera per ragioni sanitarie emanato dall’Amministrazione Trump all’inizio della pandemia, nel marzo 2020. Lo spettro «dell’invasione» per la riapertura del confine, agitata dai repubblicani, non si è concretizzato. Anzi, dopo l’incremento alla vigilia del termine, il numero degli arrivi è calato. In media, sono 4.400 i migranti fermati al giorno, meno della metà della settimana scorsa. I centri migratori statunitensi sono, però, sovraffollati a causa delle migliaia di persone messe sotto custodia nell’ultimo periodo. Domenica erano 28mila. Ora sono scesi a 22mila. Ma, secondo il dipartimento di Giustizia, potrebbero arrivare a 45mila entro la fine del mese. Per svuotare le strutture, il presidente Joe Biden puntava sul rilascio fino alla decisione del giudice di quanti avessero già un’udienza fissata. Una corte della Florida ha, però, bloccato il procedimento. Il caos al confine, nel frattempo, rappresenta un’occasione ghiotta per i narcos per i quali i migranti sono una preda facile. Ieri, un gruppo di 49 profughi di Honduras, Venezuela, El Salvador, Brasile e Cuba è stato rapito mentre viaggiava sulla strada tra Metehula e Saltillo, in Messico. Fortunatamente tutti sono stati ritrovati dalla Guardia nazionale prima che i malviventi potessero riscuotere i riscatti.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: