mercoledì 28 ottobre 2009
Sarebbe di almeno 101 morti e 150 feriti il bilancio, ancora provvisorio, dell'esplosione avvenuta questa mattina nel centro di Peshawar, città pachistana, capoluogo della Provincia della Frontiera Nord-Occidente. L'esplosione è avvenuta presso un checkpoint vicino a un affollato mercato.
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L'ennesimo attacco suicida ha colpito oggi Peshawar, nel nord ovest del Pakistan ai confini con l'Afghanistan, causando almeno 95 morti, in gran parte donne e bambini. Si tratta del terzo attentato nella città pachistana in un mese: una carneficina poche ore dopo che il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, era atterrata a Islamabad per una visita di tre giorni, per ribadire l'alleanza tra Usa e Pakistan, ampliare e rafforzare i rapporti bilaterali.Un chiaro segnale al governo pachistano: i mezzi blindati, l'esercito, gli aerei da guerra non possono fermare l'offensiva che i talebani portano dalle montagne ai confini con l'Afghanistan dove è in corso l'offensiva dell'esercito. Stamani, in una strada del Peepal Mandi Market, all'interno del Meena Bazar, nella parte vecchia di Peshawar, un'autobomba è esplosa facendo una strage. Almeno sei palazzi, compresa una moschea, sono crollati, lasciando sotto le macerie decine di persone.Al momento dell'esplosione il mercato era affollato di persone, soprattutto donne e bambini, questi ultimi liberi dalla scuola visto che il governo della Provincia Frontaliera di Nord Ovest (North West Frontier Province, Nwfp), della quale Peshawar è capitale, ha deciso dieci giorni fa di tenere chiuse gli istituti, almeno fino al primo novembre, a causa dell'allarme attentati. Non c'è stato scampo per nessuno oggi: oltre 150 chili di esplosivo hanno lasciato morte e distruzione, oltre ad una immensa voragine.Più di 230 persone sono state trasportate negli ospedali della zona, che hanno dichiarato lo stato di emergenza per la mancanza di sangue. Diversi feriti sono in gravi condizioni e con quelli che sono ancora sotto le macerie si teme che il bilancio finale possa aumentare. Non c'è ancora stata rivendicazione, ma la polizia punta il dito contro i taleban, in particolare quelli del Therik-e-Taliban Pakistan, responsabili dei più atroci attentati degli ultimi anni.Contro di loro, da poco più di una settimana l'esercito ha lanciato una offensiva nei bastioni del Sud Waziristan, non lontano da Peshawar, per tentare di stanarli dalle caverne nelle montagne ai confini con l'Afghanistan. Therik-e-Taliban Pakistan, nel solo mese di ottobre, ha colpito almeno 10 volte nel Paese, tre a Peshawar, tre a Islamabad (dove hanno preso di mira l'Università e la sede del Programma Alimentare Mondiale dell'Onu), riuscendo a scalfire anche la base super protetta dell'aeronautica pachistana, la più grande del Paese.Una vulnerabilità, quella delle città pachistane, che sta cominciando ad irritare i pachistani, tanto che il governo teme una perdita di consensi soprattutto rispetto alla guerra contro i taleban. Un timore condiviso anche dalla Clinton, che oggi ha detto di "essere venuta per parlare direttamente al popolo pachistano". Il segretario di Stato americano ha assicurato aiuto, ha detto che "il Pakistan e gli stati Uniti combattono la stessa guerra al terrorismo", che devono stare sempre "spalla a spalla" e ha ribadito che gli aiuti di 7,5 miliardi di dollari in cinque anni, che gli Usa hanno stanziato per le opere sociali in Pakistan, non rappresentano una ingerenza nella sovranità di Islamabad.Il ministro degli Esteri pachistano, Mehmood Qureshi, è stato chiaro: bene gli aiuti e la lotta, ma "ci sono delle riserve sulle politiche dell'altro, che devono essere discusse". Anche il governo forse comincia a non credere più nella lotta al terrorismo al fianco degli Usa, dal momento che i terroristi sono esemplari nel portare sul territorio di guerriglia urbana quella che Islamabad considera una vera e propria guerra. E per la quale continua a snocciolare dati: solo oggi l'esercito ha comunicato di aver ucciso 24 taleban, portando il bilancio a 256 dall'inizio dell'offensiva.
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