mercoledì 28 aprile 2010
C'è anche un italiano tra i volontari umanitari aggrediti martedì da un gruppo di uomini armati nello Stato messicano di Oaxaca, attacco nel quale sono morte almeno cinque persone e 22 sono rimaste ferite. L'italiano, così come altri osservatori europei, risulta disperso.
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C'è anche un italiano tra i volontari umanitari aggrediti martedì da un gruppo di uomini armati nello Stato messicano di Oaxaca, attacco nel quale sono morte almeno cinque persone e 22 sono rimaste ferite: lo riferiscono fonti locali, precisando che l'italiano, così come altri osservatori europei, risultano dispersi.Tra i morti ci sono sicuramente una donna messicana e un finlandese. La "Carovana della pace" era composta da una trentina di militanti di organizzazioni dei diritti umani, in visita in una comunità indigena a Oaxaca, sudest del Messico. I morti - hanno precisato alcuni membri degli organismi - sono Beatriz Carino, dell'organizzazione Cactus, e Tyri Antero Jaakkola, uno degli osservatori internazionali. L'aggressione, compiuta da un gruppo paramilitare di uomini armati, è avvenuta quando la Carovana, a bordo di tre veicoli, stava avvicinandosi al villaggio di San Juan Copala, hanno precisato le fonti. L'obiettivo della missione del gruppo umanitario era quello di verificare la situazione di insicurezza e violenza dell'area, che è abitata dai Triquis, una delle 64 etnie presenti in Messico, tra le più importanti comunità indigena di Oaxaca. Gli attivisti umanitari sono caduti in un agguato poco dopo essere entrati in una zona considerata "terra di nessuno". Il  gruppo, precisano le fonti, era composto da quattro osservatori internazionali europei, membri del Movimento della lotta Triqui indipendente (Multi) e delle Voci di Oaxaca per l'autonomia e la libertà, oltre a giornalisti messicani e maestri di un sindacato locale.La polizia non è ancora riuscita a entrare nella zona per il rischio di scontri con gruppi locali. «Nella zona dei Triquis non possiamo intervenire con la violenza perché si rischia una situazione di guerra», ha ricordato il segretario alla sicurezza di Oaxaca, Javier Rueda, rilevando che solo nel 2009 ci sono stati più di 30 omicidi a causa di profondi divisioni all'interno dell'etnia che vanno avanti ormai da più di vent'anni.
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