giovedì 20 gennaio 2022
Il testo, presentato da Israele e Germania, condanna qualsiasi forma di negazione o distorsione dell’Olocausto. E' la seconda volta nella storia che passa una proposta dello Stato ebraico
L'Assemblea Generale dell'Onu a New York

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L'Assemblea generale dell'Onu ha adottato per consenso una risoluzione proposta da Israele che invita tutti gli Stati a combattere la negazione dell’Olocausto, anche sui social media. La risoluzione non è giuridicamente vincolante ma ha un forte e imprescindibile significato politico. Il testo, presentato da Israele e Germania, è stato co-sponsorizzato da 114 Paesi. L’Iran ha formalmente segnalato la sua opposizione, dissociandosi.

La risoluzione rifiuta e condanna senza riserve qualsiasi forma di negazione dell’Olocausto come evento storico; esorta gli Stati membri a respingere tali forme di negazione o distorsione; esprime apprezzamento per i Paesi che si sono impegnati attivamente per preservare i siti che sono stati utilizzati come campi di concentramento e di sterminio nazisti; esorta gli Stati membri a sviluppare programmi educativi che aiutino le generazioni future a comprendere l'Olocausto e a impegnarsi per prevenire futuri atti di genocidio. Il documento chiede anche che i social media e le piattaforme Internet adottino misure per combattere l’antisemitismo e la negazione o la distorsione dell’Olocausto, segnalando e rimuovendo tali contenuti. La risoluzione riconosce la definizione di antisemitismo dell’International Alliance for the Preservation of Holocaust Remembrance (IHRA).

E’ la seconda volta nella storia che una risoluzione israeliana viene approvata dall’Assemblea generale dell’Onu. La prima volta accadde nel 2005, quando l’organismo designò il 27 gennaio come Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto. Anche il voto di oggi ha avuto una valenza simbolica perché ricorre nell’80esimo anniversario della Conferenza di Wannsee (20 Gennaio 1942), quando i gerarchi nazisti si riunirono a sud di Berlino per definire la cosiddetta «soluzione finale della questione ebraica».

L'ambasciatore israeliano all'Onu, Gilad Erdan, ha lavorato con tenacia per l'approvazione della risoluzione, coordinandosi con i rappresentanti di tutti gli altri Paesi. E ha invitato cinque sopravvissuti all'Olocausto a partecipare al voto di oggi in Assemblea - tra loro, il Ceo di Pfizer Albert Bourla, figlio di sopravvissuti greci. «E’ stata la mia iniziativa più importante - ha detto Erdan -, come rappresentante dello Stato di Israele e come nipote dei sopravvissuti alla Shoah».

Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid e l’omologa tedesca Annalena Baerbock hanno rilasciato una dichiarazione congiunta accogliendo con favore l'adozione della risoluzione. «Abbiamo il dovere di ricordare, di studiare e di contrastare l'aumento dei fenomeni di revisionismo dell’Olocausto, la sua negazione e la sua distorsione, sia online che offline – hanno detto -. Questa decisione invita gli Stati membri dell'Onu, le sue agenzie e le entità del settore privato, come le società tecnologiche, ad adottare misure attive contro questa inquietante tendenza. Abbiamo il dovere verso tutte le vittime e i sopravvissuti di non dimenticare mai».


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