mercoledì 22 maggio 2024
Coorbitano, comunicano tra di loro. Possono disturbare, danneggiare. O distruggere
Il lancio di navicelle e piccoli satelliti dal cosmodromo di Vostochny, nella regione dell'estremo oriente dell'Amur, in Russia,

Il lancio di navicelle e piccoli satelliti dal cosmodromo di Vostochny, nella regione dell'estremo oriente dell'Amur, in Russia, - Reuters

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Gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver lanciato un veicolo spaziale in grado di attaccare i satelliti in orbita. I dati del Pentagono lo dimostrerebbero con certezza, ma Mosca nega: il viceministro degli Esteri, Serghei Ryabkov, ha parlato di "fake news" lanciate dal Pentagono, mentre il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov si è limitato a dire che "agiamo assolutamente in conformita' con il diritto internazionale, non violiamo nulla e abbiamo ripetutamente sostenuto il divieto di qualsiasi arma nello spazio".

Ma cosa sono queste armi contro-spaziali?

Non usa perifrasi, il generale Pat Ryder, portavoce del Pentagono: «il 16 maggio scorso, la Russia ha lanciato un satellite nell’orbita bassa della Terra che, secondo le nostre valutazioni, è un’arma spaziale, verosimilmente in grado di attaccare altri satelliti». Quel giorno, un razzo russo Soyouz-2.1b, partendo dal cosmodromo di Plesetsk, portava a bordo un carico misterioso, ribattezzato Cosmos 2576, oggetto sui cui dettagli e missione Mosca tiene la bocca cucita.

Per il portale Spacenews, nei giorni immediatamente successivi al lancio, Cosmos 2576 si sarebbe posizionato in un’orbita molto simile a quella di un satellite da ricognizione del governo statunitense. Per fare che cosa?

La storia recente ci viene in soccorso. Già nel 2022, un altro sensore spaziale russo si era avvicinato a un satellite spia statunitense. E la stessa cosa aveva fatto Cosmos 2542 nel 2019, liberando nell’orbita dell’americano Kh-11 un micro-satellite che, da quel momento in poi, ne ha marcato a vista le evoluzioni.

Parliamo di ritrovati capaci di manovrare nello spazio, coorbitando e comunicando fra loro. Il loro numero è imprecisato, ma è lecito dubitare siano limitati a sole missioni di spionaggio perché, già a cavallo fra gli anni ‘60-’70, l’Unione sovietica aveva messo a punto armi antisatellite, alcune delle quali concepite per le orbite più sensibili per i militari.

I satelliti manovranti odierni potrebbero disturbare i sensori nemici, sparare fasci laser per danneggiarne elettronica o sistemi di comunicazione, oppure distruggere, perché gli Stati Uniti sospettano che la Russia e la Cina stiano mettendo a punto strategie per disabilitare in un colpo solo un gran numero dei loro satelliti. Come la prima, anche la Seconda guerra fredda non risparmia lo spazio.

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