mercoledì 12 luglio 2017
Da anni l’enorme blocco era monitorato dagli scienziati. Si tratta di uno degli iceberg più grandi mai registrati nella storia nota del continente bianco
Si è staccato l’enorme iceberg Larsen C
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Con una superficie di 5.800 chilometri quadrati, estesa quanto il Lazio, l'iceberg appena nato in Antartide era annunciato da tempo. Da molti anni la piattaforma di ghiaccio Larsen C era osservata da tanti gruppi di ricerca in tutto il mondo. È l'ultima di tre piattaforme che si trovano nella penisola antartica, indicate con le lettere A, B e C: la prima si è staccata nel 1995, la seconda è collassata nel 2002 e dalla Larsen C è nato il nuovo iceberg, chiamato A68.

A dare la notizia è stato il progetto Midas, coordinato dall'università britannica di Swansea, che da anni è impegnato nello studio di questa grande piattaforma di ghiaccio.

"Il distacco di questo iceberg è un segnale significativo di un processo avviato anni fa e continua a fare della piattaforma Larsen un vero e proprio sorvegliato speciale", osserva Massimo Frezzotti, glaciologo dell'Enea e presidente del Comitato glaciologico italiano. Da mesi le immagini dei satelliti controllavano la spaccatura che era lì da tempo e che solo nel gennaio 2016 aveva ripreso ad allungarsi progressivamente e in modo sempre più rapido. "Fino al 5 luglio la piattaforma era ancora attaccata per 5 chilometri, ma nell'ultima settimana - ha osservato Frezzotti - era stata registrata un'accelerazione".


La fenditura appare ormai un taglio netto nelle immagini inviate a Terra dal satellite Sentinel 1, del programma Copernicus promosso da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa), e da quelle del satellite Aqua della Nasa. Per Frezzotti questo distacco "di per sé non è un evento catastrofico, ma è il segnale significativo di un processo che si è avviato da tempo e bisognerà vedere l'andamento dellasituazione nei prossimi anni".

Il distacco che è avvenuto finora corrisponde infatti a circa il 10% dell'intera piattaforma di ghiaccio, della quale restano ancora integri circa 50.000 chilometri quadrati. "Adesso - ha concluso Frezzotti - è molto importante continuare a monitorare il comportamento di questa piattaforma nei prossimi anni per capire se il processo di frammentazione si è arrestato o meno".

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