lunedì 10 aprile 2023
Pino Ninfa racconta con i suoi scatti in bianco e nero la resistenza dei popoli della foresta e il legame profondo con la terra e gli alberi
Dal Perù al Brasile sulle tracce dello spirito dell'Amazzonia
COMMENTA E CONDIVIDI

Aureliano Cardoso ricorda non solo nel nome il personaggio creato dalla penna di Gabriel García Márquez. Come il colonnello Buendía è, insieme, realista e sognatore.

Ogni mattina va nella foresta per ringraziarla dell’energia con cui lo avvolge per affrontare il nuovo giorno e sfidare i minatori illegali la cui fame d’oro brucia l’Amazzonia nel senso letterale del termine

. Gli incendi sono lo strumento con cui i cacciatori di risorse disboscano la terra di

Madre de Diós, in Perù

, prima di scavarla e uccidono gli alberi.

Aureliano Cardoso, tempo fa, ne ha trovato uno agonizzante e l’ha portato nel campo dietro la sua casa. Con molte cure è riuscito a salvare una parte della pianta di noce amazzonica, Bertholletta excelsa. Un segno, ha pensato il contadino che ha cominciato a impegnarsi nella produzione di noce amazzonica, collaborando con una serie di cooperative nelle città di Cobija e Pando, in Bolivia, che tutelano la foresta e rispettano i diritti dei coltivatori.


La noce amazzonica è il filo rosso che cuce insieme il racconto in immagini di Pino Ninfa in “Entrada proibida. Cronache amazzoniche”. Un viaggio dalla peruviana Puerto Maldonado alla brasiliana Manaus, narrato in un libro attraverso poetici scatti in bianco e nero attraverso i quali emerge il legame spirituale profondo tra la selva e i suoi abitanti.

Affinché, come scrive la poetessa peruviana Ana Varela Tafur: «Dopo questo viaggio inaspettato possiamo visitare gli amici registrati nei villaggi o nelle case di fango dove gli eventi si somigliano fino alla profondità dei suoi occhi catturati in acque lontane».


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI