lunedì 21 settembre 2009
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Se in Afghanistan non saranno aumentate le truppe straniere, la missione dell'Isaf è destinata a fallire. E serve anche maggiore attenzione e assistenza alla popolazione, anche a costo di assumersi maggiori rischi. È il monito contenuto in un rapporto riservato di 66 pagine del generale Stanley McChrystal, comandante delle truppe Usa (68.000) e Nato (35.000) in Afghanistan. Il documento, di cui il Washington Post ha rivelato i contenuti, è stato inviato il 30 agosto al segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, che lo ha consegnato a Barack Obama. Il presidente americano però ha chiarito che non prevede di ricevere richieste formali per l'invio di nuove truppe in Afghanistan "ancora per un pò" di tempo. Lo ha assicurato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. "C'è una valutazione in corso per fare il punto, il presidentesi concentrerà su come arrivare alla giusta strategia", ha spiegato Gibbs. Il portavoce ha confermato che Obama ha preso visione del rapporto del generale McChrystal ma ha aggiunto che non sono arrivate richieste formali per l'invio di rinforzi.Nel frattempo il portavoce di McChrystal, colonnello Tadd Sholtis, ha precisato che il comandante delle forze Usa non ritiene possibile sconfiggere la guerriglia con le attuali forze ma non esclude di poter portare avanti una missione con obiettivi diversi qualora gli venisse richiesto. "La valutazione di McChrystal", ha spiegato, "si basa sulla sua visione della missione per come gli è stata presentata, se c'è un cambiamento di strategia allora la parte sulle risorse cambia". Il portavoce ha spiegato che il generale non intende dimettersi qualora la sua richiesta di più truppe fosse respinta da Obama.Nel suo rapporto McChrystal avvertiva che "l'incapacità di riconquistare l'iniziativa e annientare a breve termine - vale a dire nei prossimi 12 mesi - l'impeto della guerriglia, proprio mentre sta maturando la capacità di difesa dell'esercito afghano, comporta il rischio di non riuscire più a sconfiggere i talebani". McChrystal tratteggia un quadro preoccupante: descrive il governo afghano come piagato dalla corruzione e la credibilità del contingenete internazionale minata da tattiche che hanno fatto venire meno l'appoggio dei locali alla forza internazionale. La campagna in Afghanistan, sottolinea il generale, è stata "da sempre sottodimensionata e continua a esserlo". E ancora: "Risorse inadeguate porteranno prevedibilmente al fallimento" e, se non saranno inviate altre truppe, "si rischia un conflitto più lungo, un numero più elevato di vittime, costi ancora superiori e, infine, una decisiva perdita del sostegno politico". Il generale avrebbe già messo a punto una proposta per nuove truppe e più mezzi, ma attende istruzioni dal Pentagono. Il quotidiano ha riferito di avere avuto pressioni dal Pentagono affinché non fossero pubblicate parti del rapporto "per non mettere a rischio operazioni imminenti". È stata così messa sulla pagina online del giornale una versione "declassificata".
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