sabato 3 maggio 2014
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Qui in Sudafrica è vietato fare “buuu”. Sì, insomma, l’apartheid è finito da un pezzo (vent’anni, per l’esattezza), il voto è libero e ognuno può esprimere le proprie opinioni. Ma se ti azzardi a contestare il presidente Jacob Zuma con quel verso sarai “punito duramente”.

E’ questa la nuova strategia dettata dell’African national congress (Anc) per l’appuntamento clou della sua campagna elettorale. Mercoledì prossimo 26 milioni di sudafricani andranno alle urne per le legislative e le provinciali e l’Anc di Zuma cerca la sua quinta vittoria consecutiva dal 1994. Domani, in un evento che sarà seguito anche per ore in diretta televisiva, l’ex partito di Mandela raccoglierà i suoi sostenitori al Fnb Stadium di Johannesburg e Zuma terrà il suo discorso finale. Memore, però, di quanto accadde a dicembre ai funerali di “Madiba” – con il presidente preso di mira dai “buuu” di disapprovazione per i suoi numerosi scandali e per le inefficienze del suo governo, e per giunta davanti ai leader e alle tv di tutto il mondo – l’Anc ha giocato d’anticipo.

Sono stati infatti registrati i dettagli personali di decine di migliaia di sostenitori e anche l’assegnazione dei posti nello stadio seguirà una specifica procedura: il tutto per poter immediatamente identificare gli “infiltrati” che dovessero provare a dileggiare il signor presidente. “Conosciamo tutti quelli che arriveranno con i bus allo stadio – spiegano dall’Anc – Non ci aspettiamo l’anarchia e comunque non la tollereremo”. Pare che anche polizia e servizi siano stati segretamente ingaggiati per la delicatissima “missione anti-buu”, che dovrebbe quindi vedere gli agenti pronti a intervenire con le orecchie attente e ben allungate.

Gli altri partiti ovviamente non l’hanno presa bene ma appaiono abbastanza rassegnati. Nonostante le critiche crescenti verso un partito, l’Anc, accusato di corruzione e inefficienza, le altre formazioni politiche sembrano destinate anche per questo turno elettorale a fare la figura delle comparse. Secondo i sondaggi, la Democratic alliance dell’ex sindaco di Città del Capo, Helen Zille, salirà al massimo fino al 22 per cento dei voti (sei punti in più rispetto a cinque anni fa), mentre il nuovo partito Economic Freedom Fighters del giovane populista Julius Malema (ex delfino di Zuma), dovrebbe attestarsi intorno al 7-8 per cento. E l’Anc? I suoi consensi dovrebbero scendere dal 65,9 al 63 per cento e non pagherà quindi troppo dazio, nonostante le critiche di molti analisti. Nel mirino degli scontenti ci sono soprattutto i dati su disoccupazione e disuguaglianza. Basti pensare che dal ’94 ad oggi la disoccupazione è passata dal 13 al 25 per cento, che i neri guadagnano appena il 16 per cento rispetto al reddito dei bianchi e che il 62 per cento dei neri vive sotto la soglia di povertà. Ma per l’ex partito di Mandela la priorità, oggi, è la lotta ai “buuu”.

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