mercoledì 19 gennaio 2011
L'uomo che ha ucciso l'alpino Luca Sanna "era un infiltrato nell'Esercito afgano, cioè uno dei militari" che prestavano servizio insieme ai soldati italiani nell'avamposto di Bala Murghab. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nella sua informativa alla Camera. Il caporale Luca Barisonzi, rimasto ferito ieri in Afghanistan, è fuori pericolo di vita. Il rientro della salma di Luca Sanna, è previsto domani mattina all'aeroporto di Ciampino.
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L'uomo che ha ucciso l'alpino Luca Sanna "era un infiltrato nell'Esercito afgano, cioè uno dei militari" che prestavano servizio insieme ai soldati italiani nell'avamposto di Bala Murghab. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nella sua informativa alla Camera. L'uomo era nell'esercito afgano da tre mesi.Il caporale Luca Barisonzi, rimasto ferito ieri in Afghanistan, "in nottata è stato sottoposto a intervento chirurgico con esito positivo e può considerarsi fuori pericolo di vita anche se la prognosi rimane assolutamente riservata", ha aggiunto La Russa.Il rientro della salma di Luca Sanna, il militare deceduto ieri, 18 gennaio, in Afghanistan è previsto per domani, 20 gennaio alle ore 9.30 presso l'aeroporto di Ciampino. LA CRONACA DELLA TRAGEDIANon è stato «fuoco amico» ma un «terrorista in divisa» dell’esercito afghano. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ieri pomeriggio si è precipitato davanti a telecamere e registratori a rettificare una prima indiscrezione, attribuita a fonti della Difesa. Una sparatoria «all’interno dell’avamposto» di Highlander, a circa 10 chilometri dalla base principale a Bala Murghab, nell’Afghanistan occidentale. L’ennesima tragedia per un nostro militare a soli 18 giorni dall’attacco nel Gulistan costato la vita il 31 dicembre al caporal maggiore Matteo Miotto. La notizia veniva data dallo stesso ministro mentre era in corso a Vigna di Valle la cerimonia di avvicendamento al vertice del nostro stato maggiore.Si parlava subito di due feriti, uno dei quali – l’alpino Luca Sanna, colpito alla testa – era «appeso a un filo». Qualcosa di poco chiaro nella dinamica: un indizio che ha fatto pensare alle più inquietanti ipotesi e la peggiore, quella di un omicidio compiuto da «fuoco amico», era pure rilanciata da qualche “gola profonda” anonima. Negli stessi minuti giungeva la notizia che il caporal maggiore Luca Sanna, 32 anni, dell’ottavo reggimento alpini della Julia di stanza a Cividale del Friuli ma originario della provincia Oristano, non ce l’aveva fatta. Un lunghissimo “quarto d’ora” per il ministro La Russa, costretto dalle circostanze a bruciare tempi e protocollo anticipando i primi dettagli alla stampa e non alla Camera, convocata per questo pomeriggio.Questi i primi dettagli riferiti: nell’avamposto, costituito da due casematte occupato di norma da 12 italiani e 8 afghani in addestramento, uno di questi si è avvicinato ai due alpini facendo cenni amichevoli e indicando il suo fucile come se fosse inceppato. Quando è giunto a pochi passi l’attentatore «ha esploso repentinamente dei colpi» contro gli italiani riuscendo poi a dileguarsi nonostante una risposta al fuoco. Due le ipotesi, la seconda per il ministro la meno probabile: che si fosse «mascherato con la divisa afghana» riuscendo a raggiungere l’avamposto posto in una zona periferica proprio per colpire i nostri militari, oppure che si fosse infiltrato «ab origine» nell’esercito afghano con l’intenzione di colpire dopo aver superato il periodo di addestramento. Ma è stato «fuoco nemico. Poco ma sicuro», ha puntualizzato il ministro della Difesa assicurando la massima trasparenza e collaborazione con i vertici militari. La Russa ha sottolineato come da qualche tempo a questa parte è scesa in maniera significativa la minaccia degli ordigni esplosivi mentre è cresciuto in maniera esponenziale il numero degli attacchi con armi leggere anche se è la prima volta che gli italiani sono colpiti in questo modo. Una emergenza di cui il titolare della Difesa ha discusso in loco con il comando militare italiano durante la sua recente visita nel teatro operativo.Allo studio una riduzione dei turni negli avamposti, attualmente di due settimane. L’episodio «non mette in discussione la permanenza del contingente nella missione Isaf, ma impone di valutare giorno per giorno le condizioni in cui si opera», ha concluso il ministro. «Gravi» secondo lo stato maggiore le condizione di Luca Barisonzi, l’italiano ferito: la tac ha evidenziato una lesione midollare ed è necessario un intervento chirurgico. L’alpino, pure lui della Julia, è ricoverato presso l’ospedale di Camp Arena, a Herat, ma sarà trasferito al più presto a Kandahar. Sull’episodio la procura di Roma ha aperto un fascicolo. L’attacco mortale di ieri ha portato a 36 il numero delle vittime italiane cadute nella missione internazionale in Afghanistan.
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