Nel voto in Olanda i liberali fermano Wilders: è pareggio
di Maria Cristina Giongo, Eindhoven
Il sovranista del Partito della libertà, dato per vincitore assoluto, ha ottenuto 26 seggi, al pari di Jetten, socialista liberale. Ora la sfida è trovare una coalizione

Colpo di scena nei Paesi Bassi, che hanno ribaltato i sondaggi usciti nei giorni scorsi sul probabile vincitore delle elezioni legislative. L’affluenza alle urne è stata del 76, 3% poco meno delle scorse elezioni.
Il sovranista Geert Wilders, del Partito della libertà Pvv, dato per vincitore assoluto, ha ottenuto invece 26 seggi, come Rob Adrians Jetten, del D66, socialista liberale.
Il primo, rispetto alle precedenti elezioni del 2023 ha perso 11 seggi, il secondo ne ha acquistati 17. Terzo il Vvd, liberale conservatore, partito storico di Mark Rutte che ha governato per 13 anni (ora segretario generale della Nato), con 22 seggi. Quarto quello di sinistra nato dall’unione fra il partito dei verdi e quello dei lavoratori ( Groenlinks/Pvda), guidato da Frans Timmermans, con 20 seggi: seguito dai Cristiani democratici (Cda), con 18. Da non sottovalutare l’ascesa del partito Ja21, populista di destra, che ha conquistato 8 seggi, arrivando a 9. Nsc (democratico cristiano conservatore popolare) che era nella precedente coalizione di governo crollato dopo 11 mesi, ne ha persi 20; scendendo a zero.
Il secondo colpo di scena sono state le dimissioni di Frans Timmerman, ecologista, che ricordiamo è stato presidente della Commissione Europea e commissario per il clima, il quale in mattinata, intervistato dopo il suo voto, aveva dichiarato di essere ottimista sui risultati del suo partito e della sinistra. In realtà ha avuto ragione solo sul secondo punto, considerata l’ascesa del D66. La sua campagna elettorale è stata condotta con grande impegno e motivata dalla speranza della sconfitta del suo acerrimo nemico Geert Wilders. Ieri sera, appena sono usciti i risultati quasi definitivi è arrivata la decisione irrevocabile di lasciare il suo partito, accolta con molto dispiacere da tutti i politici. Pochi giorni fa sui social girava una vignetta di cattivo gusto con un fotomontaggio in cui Timmermans appariva in manette, condotto in carcere, con sotto la scritta “corrotto”. Un episodio increscioso che è stato oggetto di più dibattiti televisivi soprattutto quando si è scoperto che gli autori erano stati proprio due candidati del partito di Wilders. Il quale si è subito scusato con Timmermans. Le scuse sono state accettate ma con la richiesta che costoro venissero immediatamente espulsi dal partito: la qual cosa non era più possibile a ridosso dalle elezioni, con la lista elettorale già pronta.
I seggi elettorali sono stati 10.000, uno si trovava in un carcere femminile. A proposito di donne il partito D66, vero vincitore di queste elezioni, è quello che conta una maggior presenza femminile. Il suo leader, Rob Jetten, ha 38 anni; giovane, entusiasta, ha basato la sua campagna elettorale sull’economia, il clima, la tecnologia, la crisi delle case, molto sentita in questo momento nei Paesi Bassi. Jetten è stato dal 2022 al 2024 Ministro per il clima e l’energia e per pochi mesi vicepremier. Grande sconfitto un altro partito che era nel precedente governo, quello dei contadini (Bbb). Intervistata nella sala stampa la sua leader, Van der Plas, ha detto che andava a farsi un "trattamento estetico ai piedi” per poter ballare a piedi nudi festeggiando la loro vittoria appena conteggiati i voti; ha perso 3 seggi. Gliene sono rimasti 4.
Un passante intervistato da un’emittente del posto ha detto «per forza, ci ha inondati di emissioni di azoto». Qualcuno si è lamentato per la grandezza della scheda elettorale, che si infilava a fatica nei contenitori: 1 metro per 70. Contenitori per cui sono stati riciclati quelli grigi che i cittadini usano per gettare i rifiuti solidi domestici. Geert Wilders ha dichiarato «che rimarrà in politica sino agli 80 anni», tanto per far capire agli olandesi non si libereranno comunque e presto di lui. Sino a pochi giorni fa auspicava di diventare premier. In una precedente intervista, disse di voler «restituire l’Olanda ai neerlandesi e chiudere le porte agli immigrati». In realtà, il problema dell’immigrazione, per cui sono caduti i due governi precedenti, non è stato quello principale per cui gli olandesi hanno votato i partiti preferiti. Piuttosto quello dell’economia, dei cambiamenti climatici, degli alloggi, dell’assistenza sanitaria e delle pensioni. Wilders ha perso quegli elettori che non gli hanno perdonato di aver fatto cadere il governo che guidava, traditi nella fiducia che avevano riposto in lui. Un dato sorprendente è che il 7% dei loro voti sono andati al D66: una salto dall’estrema destra alla sinistra moderata.
A questo proposito, ora ci si domanda: quali sono i pronostici per il futuro, fra un partito con a capo un uomo con cui nessuno vuole più allearsi ed una sinistra che da anni ed anni non si vedeva come partito principale al governo. I seggi da raggiungere per la nuova coalizione sono 76 (i membri della Tweede kamer, la Camera Bassa sono 150). Secondo i risultati di queste elezioni con i dati di qui sopra, si farà fatica a formarla. Tuttavia, come ha dichiarato il giovane, reale vincitore di queste elezioni, con entusiasmo e l’ottimismo che lo contraddistinguono «sarà possibile, su basi stabili e durature». Lo scopriremo nei prossimi mesi.
Ricordiamo che l’ultimo governo di sinistra nei Paesi Bassi risale a 31 anni fa. Durò dal 1994 al 2002. Il leader del partito dei lavoratori ( Pvda), Wim Kok, formò una coalizione con il suo partito, i liberali del Vvd e, guarda caso... proprio il D66. Wim Kok diventò primo ministro. Questo governo prese il nome di Paarse Regering, sta a dire “ governo viola”; il colore viola viene dalla combinazione fra il colore rosso che indicava il Partito dei lavoratori e quello blu dei liberali conservatori.
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