L'Onu denuncia: la Corte penale dell'Aja è sotto attacco
di Redazione
Baerbock, presidente dell'Assemblea generale: «Mentre assistiamo ad atrocità che sconvolgono la coscienza, c'è chi cerca di minare la credibilità della Cpi»
«Le pressioni e le sanzioni contro la Corte penale internazionale (Cpi) costituiscono attacchi ai principi stessi del diritto internazionale, indeboliscono lo stato di diritto e minano la fiducia nelle istituzioni internazionali». A denunciarlo è la presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, la tedesca Annalena Baerbock già ministra degli Esteri, alla presentazione del rapporto annuale del tribunale dell'Aia. Il riferimento è alle sanzioni statunitensi contro alcuni giudici e pubblici ministeri della Corte. Misure, è stato ricordato, che derivano da un decreto presidenziale statunitense del febbraio scorso in risposta all'emissione da parte della Corte, con il sostegno delle Nazioni Unite, di mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo allora ministro della Difesa, Yoav Gallant, per presunti crimini di guerra a Gaza. Le sanzioni di Washington includono il congelamento dei beni e delle disponibilità finanziarie del personale della Corte negli Usa, nonché il divieto di viaggio nel Paese.
Baerbock ha ricordato che la Cpi è stata fondata sul principio secondo cui la giustizia è un dovere universale. «Eppure mentre assistiamo ad atrocità che continuano a sconvolgere la coscienza dell'umanità, la missione della Corte è sotto attacco», ha aggiunto. Secondo l'Onu le misure americane non sono altro che una forma di ingerenza: «I funzionari della Corte sono stati sanzionati per aver difeso lo stato di diritto e aver chiesto conto delle azioni; e i sistemi della Corte sono stati oggetto di attacchi informatici volti a minare la credibilità dell'istituzione», ha lamentato Baerbock. La presidente della Cpi, la giudice Tomoko Akane, ha affermato che le sentenze della Corte servono a ricordare che la giustizia «trascende i confini e gli interessi», ma che quando «i giudici sono sottoposti a pressioni, minacce o tentativi di destabilizzazione, la credibilità del diritto internazionale stesso viene minata». Infine, presentando la relazione annuale del tribunale, Akane ha affermato che la Corte ha ascoltato oltre 18.000 vittime in casi in corso quest'anno, compresi quelli riguardanti individui accusati di crimini gravi in Sudan, Afghanistan e Israele. Tuttavia, i mandati di arresto della Cpi possono essere eseguiti solo con la cooperazione degli Stati.
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