Meta è finita sotto indagine della Ue per l'Intelligenza artificiale

di Giovanni Maria Del Re, Bruxelles
a Commissione Europea ha messo nel mirino Meta (che detiene Facebook, WhatsApp, Instagram) con il sospetto di una limitazione alla concorrenza sul fronte di WhatsApp nel campo IA
December 4, 2025
Meta è finita sotto indagine della Ue per l'Intelligenza artificiale
(FILES) (FILES) This photo illustration created on January 9, 2025, in Frankfurt am Main, western Germany, shows US online social media and social networking service Facebook logo displayed on a smartphone in front of the media giant Meta's logo on a laptop screen. Tech giant Meta said on December 4, 2025 it is starting to remove under-16s in Australia from Instagram, Threads and Facebook ahead of the country's world-first social media ban. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)
L’accesso all’intelligenza artificiale entra sempre più nella politica antitrust dell’Unione Europea. La Commissione Europea ha infatti messo nel mirino Meta (che detiene Facebook, WhatsApp, Instagram) con il sospetto di una limitazione alla concorrenza sul fronte di WhatsApp nel campo IA. Un’altra indagine Ue che si aggiunge alle varie in corso e alle multe già negli ultimi anni ai big del Web Usa su vari fronti, da Google a Microsoft, alla stessa Meta, Apple, X e altri.
“La nuova politica di Meta – spiega una nota della Commissione – annunciata nell’ottobre 2025, vieta ai fornitori di IA di utilizzare uno strumento che consente alle imprese di comunicare con il cliente attraverso Whatsapp, la ‘Whatsapp Business Solution’, quando IA è il servizio primario offerto”. Diverso invece il caso per “funzioni accessorie o di supporto”, che potranno continuare ad essere offerte. Un divieto che scatta già dal 15 ottobre per i fornitori di IA non ancora presenti su WhatsApp, e dal 15 gennaio 2026 per quelli che già vi sono attivi. Il timore della Commissione, spiega ancora Bruxelles, “è che tale politica possa impedire a fornitori terzi di IA di offrire i propri servizi attraverso WhatsApp nell’Area economica europea” (e cioè Ue più Norvegia, Islanda e Liechtenstein). L’indagine Ue, iniziata dopo la segnalazione di varie piccole imprese, è parte di un monitoraggio da parte di Bruxelles dei mercati Ia nell’Area economica europea. Se la Commissione giungerà alla conclusione che effettivamente Meta ha violato le norme antitrust Ue, rischia una multa che può arrivare fino al 10% del fatturato annuo.
"I mercati dell'IA – ha commentato la vicepresidente esecutiva della Commissione, Teresa Ribera, responsabile per l’Antitrust - sono in forte espansione in Europa e nel mondo. Dobbiamo garantire che i cittadini e le imprese europee possano beneficiare appieno di questa rivoluzione tecnologica e agire per impedire che i grandi operatori digitali dominanti abusino del loro potere per estromettere i concorrenti innovativi". In effetti, spiega ancora la nota, “come risultato della nuova politica, fornitori di Ia concorrenti (di Meta ndr) potrebbero essere bloccati dal raggiungere i propri clienti attraverso WhatsApp. Dall’altro lato, resta accessibile agli utenti della piattaforma il servizio proprietario di Meta, ‘Meta AI’”. Un servizio diffuso in Europa a partire da marzo. In sostanza, si tratta di un assistente IA all’interno della funzione di chat della app.
L’indagine approfondita, però, sottolinea Bruxelles, esclude l’Italia. E questo per “evitare una sovrapposizione con il procedimento attuato dall’Autorità italiana di concorrenza per una possibile imposizione di misure temporanee che riguardano la condotta di Meta”. L’Antitrust italiano in effetti a luglio ha avviato un’indagine parallela sull’ipotesi che Meta stia sfruttando la sua posizione di mercato integrando ‘Ai Meta’ in Whatsapp. A novembre ha poi allargato l’indagine per esaminare se Meta abbia ulteriormente abusato della sua posizione dominante per bloccare “chatbots” (le chat con operatori IA con i clienti) di società terze, grosso modo la stessa ipotesi indagata ora da Bruxelles.
Meta ha prontamente reagito. Un portavoce ha parlato di accuse “infondate”, spiegando che la diffusione dei chatbots sulle sue piattaforme ha “messo sotto pressione i nostri sistemi che non sono disegnate per sostenerli. Tuttavia, lo spazio IA è altamente competitivo e la gente ha accesso ai servizi di loro scelta in numerosi modi, incluso app store, motori di ricerca, servizi email, partenariati e sistemi operativi”. Come ricorda il Financial Times, l’annuncio di Bruxelles segue di poche settimane la vittoria in Tribunale di Meta contro la Commissione federale del Commercio Usa (Ftc, che vigila contro i monopoli), che voleva imporre a Meta di annullare le sue acquisizioni di WhatsApp e Instagram. Il giudice ha respinto la richiesta dell’Ftc affermando che Meta non dispone di monopolio, visto che deve competere con YouTube e TikTok.

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