In Congo uno spiraglio di pace: i ribelli "ascoltano" Trump
I miliziani filo-ruandesi dell'M23 annunciano il ritiro dalla città occupata di Uvira dopo aver preso possesso di Goma e di Bukavo

Ancora una promessa e un varco di speranza aperto nel Sud Kivu, ad est della Repubblica democratica del Congo, dove il movimento dei ribelli dell’M23 ha annunciato il ritiro da Uvira, la città occupata. Una «misura unilaterale» che i miliziani filo-ruandesi avrebbero preso per «dare una chance alla pace». A patto che nessun altro gruppo «usi le aree liberate come basi logistiche per atti ostili». Così scrive in un comunicato divulgato sui social Corneille Nangaa Yobeluo, coordinatore dell’Alliance Fleuve Congo (di cui l’M23 è parte). Il riferimento è alla milizia “patriota” dei wazalendo e all’esercito regolare di Kinsasha, percepiti come “doppiogiochisti”. Con questo annuncio i ribelli darebbero seguito alla richiesta americana di un ritiro immediato dal capoluogo strategico. E tuttavia l’aggressività dell’M23 trova un riscontro anche nella cattura di centinaia di soldati burundesi che adesso verrebbero scortati «a casa», come riferiscono gli stessi miliziani. Non c’è al momento una reazione del Burundi, Paese di confine, sempre in bilico e fortemente a rischio di coinvolgimento bellico.
L’M23, intanto, ha già preso possesso di Goma, nel Nord Kivu, e di Bukavu, importanti città dell’ex Zaire. Tra chi tutti i giorni da anni assiste al “gioco delle parti” nel Kivu c’è grandissimo scetticismo sulla pace. Ma anche segnali che confermano la versione dell’M23: «Sembra davvero che si preparino a ritirarsi, e prima di farlo portano via qualche oggetto di valore», racconta una fonte in loco. L’unico giornalista sul campo, il cronista di Al Jazeera Alain Uaykani riferiva invece, oggi, della presenza massiccia di miliziani M23 ancora saldamente ancorati alla città assediata. Nelle zone più distanti dal lago Tanganika il timore è che i ribelli mollino la presa ad Uvira, non tanto per adempiere a degli impegni assunti nel processo di pace parallelo, quanto per proseguire la loro corsa verso il sud, ricco di oro. «A noi questo annuncio dell’M23 sembra l’ennesima farsa», ci dice da Kituto un missionario impegnato a contrastare i cercatori d’oro abusivi nelle miniere artigianali del Sud Kivu.
L’impressione tra la gente del popolo e gli attivisti delle Provincie meridionali è che il braccio armato “ribelle” abbia intenzione di penetrare sempre più a fondo nelle zone minerarie senza abbandonare un territorio di confine poco controllato e ricchissimo. Gli Stati Uniti con la formula minerals for security puntano alle miniere di coltan, rame e cobalto anche nel Katanga e «Trump fa il suo gioco», conferma un esponente della società civile del Kivu. Gli Usa, mediatori del negoziato di pace principale tra Ruanda e RDC, non hanno gradito per nulla l’ultima aggressione dell’M23 ad Uvira: la popolazione è fuggita in massa verso il Burundi, mentre i ribelli sono entrati in città praticamente senza subire alcun contrasto. Le migliaia di sfollati e rifugiati diretti in Burundi arrivavano anche da Luvungi, Katogota, Luberizi e Sange, tutti villaggi limitrofi ed hanno attraversato il ponte di Kaburantwa, ancora in costruzione. Un arrivo di massa alla frontiera burundese che il Paese stesso non può sostenere: e infatti dopo poco le autorità hanno chiuso i confini. Secondo la Croce Rossa Internazionale adesso l’emergenza è soprattutto umanitaria: sono 4,6 i milioni di sfollati interni del Nord e Sud Kivu che hanno lasciato le loro case in questi anni di guerra. La loro sorte è inseguire la sicurezza: quando si sentono meno minacciati cercano di far ritorno nei loro villaggi d’origine.
Un perverso ping-pong di esseri umani, costretti a fuggire da una parte all’altra del Paese, perseguitati e manipolati anche da coloro che avrebbero al pretesa di “liberarli”. L’M23 su X pretendeva di dimostrare che il popolo di Uvira si oppone alla uscita dei ribelli stessi dalla città assediata. Il timore di tutti è che i ribelli M23 creino una “buffer zone”, una zona cuscinetto appena fuori le porte della città per poi allargarsi. «L’impressione è che l’M23 si prepari ad avanzare», ha dichirato una fonte sotto condizione di anonimato.
A Kitutu la popolazione si aspetta da un momento all’altro l’arrivo delle milizie banyamulengue (ossia i partigiani vicini al Ruanda), dopo che le truppe governative congolesi sono arrivate nel Sud-est. Secondo alcuni testimoni oculari l’M23 tenterà di risalire verso Kamituga, che è ricca zona aurifera.
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