Smog, traffico e rumore: l'India ora punta sull'elettrico

Sulle strade indiane si muovono quasi 6,5 milioni di veicoli elettrici. Il boom dei mezzi a due e tre ruote e degli autobus urbani
December 16, 2025
Le metropoli indiani imprigionate nella morsa dell'inquinamento
Le metropoli indiani imprigionate nella morsa dell'inquinamento/ ANSA
Una piccola “silenziosa” rivoluzione? Le strade indiane stanno cambiando, "cavalcando" l’elettrico? Per gli analisti siamo davanti al classico bivio: ora o mai più. Perché tre fattori rendono irrimandabile la svolta. Primo: l’inquinamento. L’India resta uno dei Paesi più inquinati al mondo, con ricadute pericolose per la salute pubblica. Due: la mobilità. Le città indiana sono alveari impazziti. È urgente il ridisegno della circolazione, con una più decisa opzione a favore del trasporto pubblico (e del pubblico elettrico). Infine, il terzo elemento. Il silenzio: la rivoluzione dei veicoli elettrici può abbattere la soglia del rumore che rende invivibile le metropoli del gigante asiatico. L’India sembra crederci. E dopo una partenza rallentata, si registrano le prime spinte in avanti. Come scrive il quotidiano indiano The Statesman, “il mercato indiano dei veicoli elettrici, a lungo considerato un'ambizione piuttosto che un'imminente ascesa, sta finalmente accelerando”. Nell'anno fiscale 2024-2025, nel Paese sono stati venduti oltre 2 milioni di veicoli elettrici. Sulle strade indiane oggi si muovono quasi 6,5 milioni di esemplari elettrici. Le vendite nel trimestre aprile-giugno 2025 sono aumentate del 34% rispetto all'anno precedente, rappresentando circa l'8% delle vendite complessive.
Siamo davanti. insiste il quotidiano, a “una rivoluzione di massa, che si sta sviluppando nei veicoli a due ruote, a tre ruote e negli autobus urbani, un segmento poco glamour ma indispensabile della mobilità urbana. Oltre la metà delle vendite di veicoli elettrici in India proviene da veicoli a due ruote, con scooter e motociclette a batteria sempre più apprezzati dai pendolari che si muovono nelle città congestionate e a fronte dell'aumento dei prezzi del carburante”.
L’obiettivo è rinforzare il trend. E raggiungere un tasso di penetrazione dei veicoli elettrici pari al 30% entro il 2030. Gli esperti prevedono che le vendite annuali di veicoli elettrici possano raggiungere i 17 milioni di unità entro la fine del decennio. Il mercato potrebbe, così, più che raddoppiare il suo valore, superando i 100 miliardi di dollari. Gli incentivi del governo indiano stanno facendo la loro parte. "Il programma FAME-II ha portato a un aumento sostanziale della penetrazione del mercato, con un tasso di adozione dei veicoli elettrici in aumento dallo 0,71% nell'anno fiscale 2019-20 al 7,50% nell'anno fiscale 2024-25. Questo programma ha sostenuto la vendita di 16.71.606 veicoli elettrici (al 31 marzo 2025) e ha autorizzato la distribuzione di 6.862 autobus elettrici".
L’accelerazione ha risvolti non solo economici ma anche geopolitici. Due sono i fattori che compongono un quadro in movimento, alla ricerca di nuovi equilibri. Primo: New Delhi continua a dipendere dalle importazioni di minerali essenziali. Una vulnerabilità che minaccia di rallentare il sistema India. Il secondo fattore è l’aggressiva dei dazi lanciata dall’Amministrazione Trump che ha colpito anche un Paese amico degli Usa, come appunto è l’India. Il risultato? New Delhi guarda sempre più verso la Cina, nonostante i contrasti storici con Pechino. “La tecnologia cinese rimane centrale per le ambizioni indiane nel settore dei veicoli elettrici. A fine marzo, l'India ha ridotto i dazi su oltre 35 componenti per veicoli elettrici, la maggior parte dei quali proviene ancora dalla Cina, rendendo ancora più semplice lo scambio di tecnologie tra i due Paesi”. Un’alleanza che tende alla costruzione di “un ecosistema interno resiliente, non isolarlo, a differenza del disaccoppiamento più aggressivo osservato negli Stati Uniti con la Cina". E che passa anche attraverso le due ruote.

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