C'è una Vergine incinta in Vaticano. Dal presepe il grido contro l'aborto
di Giacomo Gambassi, Roma
Il Papa in preghiera davanti alla sacra rappresentazione arrivata da Costa Rica: difendere la vita fin dal concepimento. Proviene da Nocera Inferiore-Sarno la Natività in piazza San Pietro e da Bolzano l'albero di Natale

È in stato di gravidanza la Madonna nel presepe “vaticano” che accoglie chi entra nell’Aula Paolo VI. Personaggi in cartonato. Compresa la grotta in pietra. La Vergine incinta resterà così per tutti i giorni d’Avvento. Perché, ricorda Leone XIV che ci prega davanti, la sacra rappresentazione targata Costa Rica «vuole, insieme al messaggio di pace del Natale, lanciare un appello affinché venga protetta la vita fin dal concepimento». Una Natività contro l’interruzione volontaria della gravidanza. Come raccontano i 28mila nastri colorati presenti nella scena, ciascuno dei quali rimanda a una vita preservata dall’aborto grazie al sostegno delle organizzazioni cattoliche alle madri in difficoltà. Arriva dal Paese dell’America Latina il presepe pro-life ospitato fra le mura leonine che cambierà “volto” dal giorno di Natale. Infatti Maria ancora in attesa del Figlio verrà sostituita da una figura della Vergine in adorazione del Bambino. E nella culla di Gesù verranno deposti 400 nastri con preghiere e desideri scritti dai piccoli pazienti dell’Ospedale nazionale dei Bambini di San José. «Nella povertà della stalla di Betlemme – spiega il Papa incontrando ieri mattina coloro che hanno donato in Vaticano presepi e alberi di Natale – contempliamo un mistero di umiltà e di amore. Davanti a ogni presepe noi riviviamo quell’Avvenimento e riscopriamo la necessità di cercare momenti di silenzio e di preghiera nella nostra vita, per ritrovare noi stessi ed entrare in comunione con Dio». Poi il Pontefice chiede di guardare proprio alla Madonna. «Il suo silenzio non è semplice tacere: è meraviglia e adorazione», evidenzia.

Ad accompagnare i “pellegrini” delle feste saranno anche il presepe e l’abete di venticinque metri in piazza San Pietro. Nel tardo pomeriggio di ieri la cerimonia di inaugurazione. A presiederla suor Raffaella Petrini, presidente del Governatorato della Città del Vaticano. È uno spaccato del Battistero di Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore che fa da cornice alla Natività. Presepe secondo la tradizione campana ai piedi dell’obelisco al centro del colonnato di Bernini per il Natale 2025, il primo del pontificato di Leone XIV e quello che chiude il Giubileo della speranza. Al suo fianco l’abete rosso giunto dall’Alto Adige. «Il presepio e l’albero sono segni di fede e di speranza. Nelle nostre case, nelle parrocchie e nelle piazze, chiediamo al Signore di rinnovare in noi il dono della pace e della fraternità. Preghiamo per quanti soffrono a causa della guerra e della violenza», dice il Papa ai rappresentanti della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno che ha offerto la sacra rappresentazione e a quelli dei Comuni di Lagundo e di Ultimo, nella diocesi di Bolzano-Bressanone, da cui proviene il maestoso albero. «Con le sue fronde sempreverdi, è segno di vita che non viene meno neppure nel freddo dell’inverno – afferma Leone XIV –. Le luci che lo adornano simboleggiano Cristo luce del mondo, venuto a fugare le tenebre del peccato».

Sono le 17.45 quando vengono tolti i paraventi davanti alla Natività e quando si accendono le luci dell’abete in una piazza in penombra. «Il presepe con gli elementi tipici dell’Agro Nocerino-Sarnese intende raccontare lo stupore di sant’Alfonso Maria de’ Liguori», spiega il vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, Giuseppe Giudice, citando il dottore della Chiesa che nell’immaginario collettivo lega il suo nome al canto “Tu scendi dalle stelle”. «C’è una grotta che continua ad attrarre un popolo in cerca di luce – tiene a far sapere Giudice –. E in un mondo confuso, segnato dalle guerre più o meno conosciute, il presepe è invito ad abbandonare i sentieri di Erode per riprendere quelli di Betlemme, cioè i sentieri della pace e della riconciliazione».

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