Sanremo, i brani dei 30 Big tra amore e sociale

"Sarà Sanremo" su Rai 1 decreta le quattro Nuove Proposte che completano il cast. E gli artisti in gara svelano titolo e contenuto delle loro canzoni
December 15, 2025
Sanremo, i brani dei 30 Big tra amore e sociale
I quattro giovani che andranno sul palco dell’Ariston Nicolò Filippucci Angelica Bove Mazzariello Elma Blind Soniko con Carlo Conti nel corso di "Sarà Sanremo" / Ansa
La 76ª edizione del Festival di Sanremo comincia davvero a prendere forma completando il suo mosaico con le Nuove Proposte, da sempre cartina di tornasole di un futuro musicale che bussa alla porta dell’Ariston. A conquistare il pass per febbraio sono stati i lanciatissimi Angelica Bove e Nicolò Filippucci, voce e presenza scenica, emersi durante la finale di Sarà Sanremo andata in onda domenica sera su Rai1 dal Casinò della cittadina ligure. Insieme a loro approdano al Festival anche i due selezionati da Area Sanremo: l’interessante cantautore Mazzariello e l’intrigante trio indipendente Blind, El Ma & Soniko. A decretare il verdetto finale, dopo le esibizioni dal vivo, la Commissione musicale presieduta dal direttore artistico Carlo Conti.
I quattro delle Nuove Proposte si aggiungono così ai 30 Big in gara per il 76° Festival della Canzone Italiana, in programma dal 24 al 28 febbraio. Proprio durante la serata di Sarà Sanremo, seguita da 1 milione 733mila spettatori con il 12,3% di share – battuta nella stessa fascia dal rodato Gerry Scotti e dal suo Milionario – i Big hanno svelato i titoli dei brani in gara, offrendo anche le prime chiavi di lettura di un’edizione che sembra voler parlare al cuore e alla coscienza. Perché Sanremo, si sa, è un’altra cosa: un rito collettivo che supera i numeri (che si prospettano comunque alti) e si misura sul piano simbolico.

L’amore, tra promessa e fragilità

Sul palco dell’Ariston si alterneranno storie capaci di parlare a tutti, componendo un affresco delle emozioni contemporanee. Come da tradizione, l’amore resta il motore principale. C’è quello che resiste al tempo, raccontato in modo “molto autobiografico” da Raf in Ora e per sempre, e quello che si fa promessa assoluta in Per sempre sì di Sal Da Vinci, ispirato al matrimonio definito “la più grande promessa che si possa fare”.
Accanto a questi racconti maturi, l’amore si declina come urgenza fisica e vertigine emotiva: Levante in Sei tu lo descrive come “un elenco infinito delle sensazioni che l’amore fa provare”. Più intimo e confidenziale è lo sguardo di Mara Sattei in Le cose che non sai di me, mentre Serena Brancale, con Qui con me, cambia rotta e affida alla musica “una lettera alla persona più importante della mia vita”. I giovani LDA e AKA 7even esplorano un sentimento “viscerale, ma quasi fuggitivo” in Poesie clandestine, mentre l’esordiente al Festival Eddie Brock parla di “un amore struggente” in Avvoltoi.
A farsi portavoce di una generazione intera è Tommaso Paradiso (al suo debutto al Festival e già dato tra i favoriti con la coppia Fedez-Masini) con I romantici, un vero manifesto per riscoprire un sentimento necessario. Leo Gassmann si unisce al coro con Naturale, un “grido d’amore” che invita ad andare oltre le apparenze. A chiudere idealmente il cerchio è l’evergreen Patty Pravo che, con Opera, lega la speranza di “un grande amore” alla consapevolezza che “tutti noi siamo delle opere d’arte”.

Cadere per rialzarsi

Accanto al sentimento, emerge con forza il tema della crisi come passaggio necessario alla rinascita. È il cuore di Uomo che cade del debuttante Tredici Pietro, che riflette sull’importanza “del cadere e del rialzarsi” (un omaggio a Uno su mille di babbo Gianni Morandi?). Enrico Nigiotti riprende lo stesso filo in Ogni volta che non so volare, un flusso di coscienza sui momenti in cui si tocca il fondo per ritrovare la spinta a risalire.
La coppia inedita Fedez e Marco Masini con Male necessario trasforma la fragilità in un mantra, ricordando che anche le tempeste possono aprire varchi inattesi. Le metafore non mancano: Luchè usa Labirinto per raccontare i pensieri ossessivi, Fulminacci definisce Stupida sfortuna come un percorso a ostacoli, mentre Chiello in Ti penso sempre fotografa una mente sospesa, in bilico “tra l’inizio e la fine di qualcosa”. Francesco Renga, con Il meglio di me, promette una riflessione matura sulla crescita personale e sull’accettazione delle proprie fragilità.

Uno specchio sulla società

Il Festival si conferma anche osservatorio dei tempi. Il rapper Nayt, con Prima che, affronta il paradosso della distanza nell’era digitale e il bisogno di “incontrarsi e riconoscersi davvero”. J-Ax, per la prima volta da solista, gioca con l’ironia in Italia Starter Pack, promettendo di svelare ciò che “serve per iniziare in Italia”. Dargen D’Amico, con AI AI, ammicca all’intelligenza artificiale per rivendicare una “musica biologica”.
Il rapper italo tunisino Sayf in Tu mi piaci tanto usa la canzone come fotografia del proprio stato d’animo e del suo sguardo sulla società, mentre Ditonellapiaga, con Che fastidio, sceglie una cifra ironica e pungente. In questo panorama si inseriscono anche la rock band le Bambole di Pezza, che portano all’Ariston il “girl power” di Resta con me, un inno alla sorellanza.

Intimità, speranza e leggerezza

Non mancano, infine, sguardi più raccolti. Arisa torna con Magica favola per raccontare una vita che ritrova “la genuinità della bambina”. Michele Bravi, in Prima o poi, offre uno sguardo dolce sugli inadeguati, mentre Malika Ayane, assente da cinque anni, dedica Animali notturni a tutti noi, esseri spesso invisibili che abitano la notte non solo per divertimento, ma anche per lavoro.
La speranza e la resistenza risuonano in Stella stellina di Ermal Meta che “parla di una bambina, che è come fosse la nostra, dal punto di vista di uno sconosciuto”. E il pensiero core immediatamente ai troppi bambini vittime delle guerre. L’ossessione come motore creativo è al centro di Ossessione del debuttante Samurai Jay. Un messaggio quasi filosofico arriva dal duo cantautorale Maria Antonietta e Colombre con La felicità e basta, a ricordare che la felicità “è un diritto di tutti”. A chiudere con una nota di leggerezza è Elettra Lamborghini che, con Voilà, punta a far ballare e a ricordare che “bisogna essere felici in questa vita”. Un Festival che si prepara così a raccontare il mondo senza sconti, tenendo insieme fragilità e speranza.

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