L’Africa al cuore del Rinascimento: un documentario riscrive la storia d’Europa

“We were here” di Fred Kudjo Kuwornu riscopre la presenza africana nel Vecchio continente e in particolare in Italia attraverso figure come San Benedetto il Moro e Alessandro de’ Medici
December 12, 2025
Il regista Kuwornu
Il regista Kuwornu / STEFANO GIACOMINI
San Benedetto il Moro, siciliano figlio di schiavi subsahariani nella Sicilia del ‘500. E poi nobili, scienziati, ambasciatori, cavalieri di orgine afro dell’Europa rinascimentale. Un documentario inserito nelle liste ufficiali in gara per l’Oscar 2026 riporta alla luce il tema ignorato della presenza africana nell’Europa del 1500. Il regista Fred Kudjo Kuwornu, italo ghanese cresciuto in Italia, dal 2013 newyorkese d'adozione, nel nuovo documentario We Were Here – la storia mai raccontata degli africani nell’Europa del Rinascimento ricostruisce la pagina dimenticata della storia europea e italiana delle persone africane presenti stabilmente nei territori della penisola già durante il Rinascimento e che hanno partecipato attivamente alla costruzione culturale dell’Italia moderna. Grande spazio è dedicato alla figura di San Benedetto il Moro, santo cattolico di origini africane figlio di due schiavi subsahariani cui il padrone promise che il primogenito sarebbe stato un uomo libero. Nato in Sicilia nel Cinquecento, frate francescano beatificato nel 1743 da Papa Benedetto XIV e canonizzato nel 1807 da Papa Pio VII, il santo è venerato ancor oggi in America Latina e negli Usa ed è una figura che attraversa continenti e secoli. A interpretarlo nel film è l’attore e regista Amin Nour, nato a Mogadiscio, in Somalia. Nella parte italiana del documentario emergono poi le vicende del duca di Firenze Alessandro de’ Medici, figlio probabilmente di una africana e di un membro della famiglia Medici, interpretato dall’artista visivo Raziel Perin, e dell’ambasciatore Antonio Manuel Ne Vunda (1574 circa – 1608), primo rappresentante africano presso la Santa Sede. Inviato nel 1604 dal Regno del Congo a Roma, dopo un viaggio lunghissimo e pericoloso, giunse nella città santa ormai morente il 3 gennaio 1608. Papa Paolo V Borghese, colpito dalla sua tenacia, lo incontrò e ne dispose, alla sua morte il 6 gennaio 1608, solenni onoranze funebri nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove tuttora è sepolto.
San Benedetto il Moro nel documentario / STEFANO GIACOMINI
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Il film ricostruisce così un’epoca in cui la presenza africana a Roma e in Italia era legata a rapporti politici e diplomatici ufficiali con i grandi regni africani, tra cui Congo, Angola ed Etiopia, testimoniati anche dalla storica presenza romana della chiesa di Santo Stefano degli Abissini, frequentata nei secoli dalle delegazioni etiopi presso la Santa Sede. Alla colonna sonora ha partecipato il cantante Leslie Sackey, artista afro italiano. Il progetto ha visto anche una significativa collaborazione con il collettivo teatrale Cantieri Meticci di Bologna, impegnato da anni nella sperimentazione artistica interculturale. In un tempo in cui il dibattito pubblico tende a ridurre la questione dell’identità nazionale a confini etnici, We Were Here (Tailer Film) risponde con la forza della storia documentata mostrando come l’Italia, ben prima dell’immigrazione contemporanea, fosse già spazio di incroci, scambi e presenze africane. Nel 2026 il film sarà protagonista di un percorso europeo che includerà proiezioni, dialoghi pubblici in Italia, Francia, Germania, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Germania e Paesi Bassi. Nel frattempo, Fred Kudjo Kuwornu ha già avviato in Brasile le prime riprese del nuovo progetto dedicato alla storia di San Benedetto il Moro, documentario con cui auspica di trovare partner anche in Italia per una co-produzione tra Sicilia, Roma, Brasile e Stati Uniti.

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