Il Sud Est travolto dalle alluvioni: mille morti, si cercano superstiti nel fango

In Indonesia la situazione più drammatica con 500 morti e 290mila persone senza casa
December 1, 2025
Il Sud Est travolto dalle alluvioni: mille morti, si cercano superstiti nel fango
L'Indonesia devastata dalle alluvioni dopo una settimana di piogge monsoniche: 500 morti e 290mila i senza casa/ ANSA
Un bilancio drammatico con mille vittime accertate e centinaia di dispersi. Le piogge torrenziali provocate dal ciclone Ditwah che si è abbattuto sul Sud-Est asiatico la scorsa settimana hanno provocato frane e alluvioni devastanti con la piena dei fiumi che ha travolto villaggi, distrutto ponti e case. La stagione dei monsoni, esacerbata dalle tempeste tropicali, ha provocato l’inondazione più grave registrata negli ultimi anni.
Il numero delle vittime viene costantemente aggiornato ed è destinato ad aumentare. Tra Indonesia, Thailandia, Malesia e Sri Lanka sono almeno un migliaio. Le autorità di questi Paesi asiatici sono al lavoro per sgomberare strade e detriti e cercare le persone disperse: si spera di trovare ancora qualcuno vivo tra le macerie.
L'Indonesia, di gran lunga il paese più colpito, ha registrato almeno 500 morti, mentre 402 persone risultano ancora disperse, secondo gli ultimi dati dell'agenzia per la gestione delle catastrofi Bnpb. In Thailandia i morti sono 162 con le autorità impegnate nella distribuzione di aiuti a decine di migliaia di vittime. In Malesia, le acque che hanno sommerso vaste aree dello stato settentrionale di Perlis hanno causato due morti. Il Disaster Management Centre dello Sri Lanka ha riferito ieri che almeno 334 persone sono morte dopo una settimana di forti piogge, mentre in 400 risultano ancora dispersi.
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In Indonesia stato di emergenza sino all'11 dicembre. Il presidente Prabowo: prirorità all'invio di aiuti umanitari 

In Indonesia le operazioni di soccorso restano concentrate sull’isola di Sumatra, la più duramente colpita, dove intere comunità sono rimaste isolate e migliaia di residenti non ricevono più rifornimenti essenziali. Il miglioramento del tempo nel fine settimana ha permesso ai soccorritori di recuperare altri corpi, ma l’accesso alle zone più remote è ancora estremamente difficile. L’assenza di attrezzature pesanti, soprattutto nelle prime ore dell’emergenza, ha rallentato gli interventi. Centinaia di poliziotti, soldati e residenti si sono messi subiti a scavare tra i detriti con le mani, pale e zappe, mentre la pioggia continuava a cadere con intensità. Il bilancio è destinato ad aumentare. Sono 290mila le famiglie rimaste senza una casa, 60mila quelle che al momento si trovano ospitate nelle strutture allestite dal governo.
L’Indonesia, situata lungo l’“Anello di Fuoco” del Pacifico, resta uno dei Paesi più esposti ad eventi avversi: terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami e frane. L’ultimo terremoto, di magnitudo 6.6 è stato registrato giovedì scorso su un'isola al largo delle coste di Sumatra, nell'area occidentale dell'Indonesia.
In visita oggi nel Nord Sumatra, il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha dichiarato che la "priorità del governo ora è come inviare immediatamente gli aiuti necessari". "Ci sono diversi villaggi isolati che, se Dio vuole, possiamo raggiungere", ha aggiunto, affermando che il governo sta schierando elicotteri e aerei per supportare i soccorsi.
Prabowo è stato messo sotto pressione per dichiarare lo stato di emergenza nazionale in risposta alle inondazioni e alle frane. Alla fine lo stato di emergenza è stato dichiarato fino all’11 dicembre. A differenza del suo omologo dello Sri Lanka, non ha chiesto pubblicamente aiuti internazionali.
Il bilancio delle vittime è il più alto in un disastro naturale in Indonesia da quando un violento terremoto e il successivo tsunami del 2018 hanno ucciso oltre 2mila persone a Sulawesi. Il governo ha inviato tre navi da guerra con aiuti umanitari e due navi ospedale in alcune delle zone più colpite, dove molte strade rimangono impraticabili.
Nel villaggio di Sungai Nyalo, a circa 100 chilometri dalla capitale Padang, nella Sumatra Occidentale, le acque alluvionali si sono per lo più ritirate da ieri, lasciando case, veicoli e raccolti ricoperti da uno spesso fango grigio. La maggior parte degli abitanti del villaggio ha scelto di rimanere perché si rifiuta di abbandonare le proprie case.
 
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Lo Sri Lanka chiede aiuti internazionali. Il presidente Dissanayake: il disastro naturale più grave della nostra storia

In Sri Lanka, il governo ha chiesto aiuti internazionali e ha utilizzato elicotteri militari per raggiungere le persone bloccate dalle inondazioni e dalle frane provocate dal ciclone Ditwah. Le autorità hanno affermato che l’entità dei danni nella regione centrale più colpita è stata appena rivelata, mentre i soccorritori stavano sgomberando le strade bloccate da alberi caduti e frane.
Il presidente Anura Kumara Dissanayake, che ha dichiarato lo stato di emergenza per far fronte al disastro, ha promesso di ricostruire. "Stiamo affrontando il disastro naturale più grande e difficile della nostra storia", ha detto in un discorso alla nazione. "Certamente, costruiremo una nazione migliore di quella che esisteva prima", ha promesso. Le perdite e i danni sono i peggiori in Sri Lanka dal devastante tsunami asiatico del 2004, che uccise circa 31mila persone e lasciò oltre un milione di senzatetto.
Da ieri pomeriggio, la pioggia si e' placata in tutto lo Sri Lanka, ma le zone basse della capitale sono allagate e le autorita' si stanno preparando per un'importante operazione di soccorso. Elicotteri militari sono stati schierati per trasportare i residenti bloccati e consegnare cibo, anche se uno si e' schiantato poco a nord di Colombo ieri sera.

In Thailandia 176 morti. Sospesi due funzionari pubblici per inadempienze nelle operazioni di soccorso

Le ondate di pioggia hanno causato inondazioni che hanno ucciso almeno 176 persone nel sud della Thailandia, hanno dichiarato ieri le autorità, una delle inondazioni più mortali nel Paese in un decennio. Il governo ha implementato misure di soccorso, ma le critiche pubbliche alla risposta alle inondazioni sono aumentate e due funzionari locali sono stati sospesi per presunte inadempienze. Al di là del confine, in Malesia, dove le forti piogge hanno allagato vaste aree di territorio nello stato di Perlis, due persone sono morte. 

Il cambiamento climatico sotto accusa: devastante effetto combinato di monsoni e tempesta tropicale

Gran parte dell'Asia vive attualmente la sua annuale stagione dei monsoni, che spesso porta forti piogge, innescando frane e inondazioni improvvise. Ma le inondazioni che hanno colpito Indonesia, Thailandia e Malesia sono state aggravate anche da una rara tempesta tropicale che ha scaricato forti piogge in particolare sull'isola di Sumatra. Il cambiamento climatico ha anche aumentato l'intensità delle tempeste e causato forti piogge perchè un'atmosfera più calda trattiene più umidità.

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