Donald Trump adesso si occupa dell'“affare” Ucraina
di Redazione
Oggi il grande annuncio di nuove armi e "dispositivi offensivi" dopo invio dei Patriot pagati "al cento per cento" dagli europei dell'alleanza: dai dazi alle armi, senza soluzi

Il fronte dazi lo sta “mettendo a frutto” e sta “facendo incassare migliaia di dollari” come ha detto ieri dalla scaletta dell’Air Force One Donald Trump nella base di Andrews. Sul fronte energia, terre rare e minerali tecnologico ha avviato accordi e siglato paci come quella in Congo unicamente finalizzate allo sfruttamento delle risorse. Sul fronte guerra, dopo aver creduto a Putin, convinto di essere più furbo, essersi ricreduto sull’onesta dell0’jterlòocutore che a parole sembra sincero e “poi di notte bombarda”, ha invece pensato che è ormai di usare la politica che funziona sempre, nella sua visione olistica del mondo: tutto ha un prezzo, tutto può rendere più del prezzo che costa.
Così il presidente statunitense Donald Trump sta valutando la possibilità di autorizzare nuovi finanziamenti per l'Ucraina, per la prima volta da quando è entrato in carica a gennaio. All'inizio della scorsa settimana, Trump ha lasciato intendere di voler inviare all'Ucraina ulteriori armi difensive. Pochi giorni prima, la sua amministrazione aveva sospeso alcune spedizioni di armi, una mossa che un funzionario della Casa Bianca aveva definito parte di una più ampia revisione globale dei trasferimenti di armi. Non è chiaro dove Trump potrebbe attingere i nuovi fondi, ma funzionari statunitensi hanno dichiarato a Cbs News che il presidente ha a disposizione 3,85 miliardi di dollari residui dall'autorità di prelievo presidenziale dell'era Biden, che potrebbero essere utilizzati per inviare equipaggiamenti militari americani in Ucraina. Ex funzionari hanno anche dichiarato che il presidente ha l'autorità di sequestrare circa cinque miliardi di dollari in beni russi esteri e di indirizzare i fondi verso l'Ucraina, sebbene né lui né l'ex presidente Joe Biden abbiano mai esercitato tale potere. E se fosse questo il grande annuncio atteso per oggi? Oltre a un piano di armamenti "aggressivo" per l'Ucraina, che includerà anche armi offensive, una mossa che "segnerà' un significativo cambio di direzione per la sua amministrazione", secondo fonti addentro al dossier secondo il sito Axios.
Il segretario generale della Nato Mark Rutte vola a sorpresa infatti, oggi e domani, a Washington, dove incontrerà il presidente, il segretario di Stato Marco Rubio e il capo del Pentagono Pete Hegseth, nonché alcuni membri del Congresso. L'annuncio, dato dall'Alleanza, non fornisce il motivo della visita, ma il viaggio coincide con la "dichiarazione importante" sulla Russia che Trump ha promesso di fare proprio oggi. E arriva pochi giorni dopo che il Commander in chief ha promesso nuove armi a Kiev - Patriot compresi - tramite la Nato, "che le pagherà al 100%". Una mossa che segnerebbe una svolta rispetto al passato perché l'Alleanza non ha mai armato direttamente uno Stato non membro come l'Ucraina: finora sono stati i singoli aderenti ad assistere Kiev. In questo modo inoltre il presidente americano eviterebbe di far sostenere costi agli Usa, scaricandoli sugli alleati. Una mossa che il Cremlino ha già etichettato dome una “discesa in campo diretta dell’Alleanza”. Concetto che Trump coniuga invece allo stesso modo dei dazi: tanto paga l’Europa.
La visita - che si sovrappone martedì a quella del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e al suo incontro con Rubio - avviene in un momento cruciale: durante la crescente offensiva russa in Ucraina e poco dopo il vertice Nato tenutosi a fine giugno all'Aia, dove i leader hanno concordato un nuovo obiettivo di spesa per la difesa pari al 5% del Pil. Sullo sfondo anche l'approvazione al Congresso di un disegno di legge bipartisan che prevede non solo sanzioni a Mosca ma anche una tariffa del 500% sulle merci importate da Paesi che continuano ad acquistare petrolio, gas, uranio e altre merci russe, colpendo nazioni come Cina e India, che rappresentano circa il 70% del commercio energetico russo e finanziano gran parte del suo sforzo bellico. In pratica si tratta di una sorta di sanzioni secondarie, molto temute dal Cremlino perché rischiano di minare l'appoggio dei suoi principali alleati.
Trump però pretende una modifica per firmare la legge, che sarà votata entro fine mese: riservare solo al presidente - e non al Congresso - tutti i poteri di infliggere e revocare le misure, restando così l'unico arbitro della partita. Il tycoon nel frattempo, come soi diceva, si appresta a mandare un primo pacchetto di aiuti militari a Kiev. The Donald ha a disposizione 3,85 miliardi di dollari residui dall'autorità di prelievo presidenziale dell'era Biden. Ex dirigenti Usa hanno anche dichiarato a Cbd News che Trump ha l'autorità di sequestrare circa cinque miliardi di dollari in beni russi esteri e di indirizzare i fondi verso l'Ucraina, sebbene né lui né l'ex presidente Joe Biden abbiano mai esercitato tale potere. "Nei prossimi giorni vedrete un flusso di armi a un livello record per aiutare l'Ucraina a difendersi", ha detto il senatore repubblicano Lindesy Graham sempre alla Cbs. "Uno dei più grandi errori di valutazione di Putin è stato quello di prendere in giro Trump. Nei prossimi giorni e settimane, ci sarà uno sforzo enorme per portare Putin al tavolo delle trattative", ha aggiunto non sio sa quanto convinto di quanto dicesse. Graham e il suo collega dem Richard Blumenthal hanno inoltre riferito alla Cbs che c'è anche un crescente consenso a Capitol Hill e tra i dirigenti europei sull'utilizzo di parte dei 300 miliardi di dollari di beni russi congelati dai paesi del G7 all'inizio della guerra per aiutare l'Ucraina.
Intanto Mosca mostra i muscoli, schierando tre navi da guerra nel Mediterraneo, inclusa una portaerei equipaggiata con missili da crociera Kalibr, con una salva totale di quattro missili. E definisce "diffamatorio" l'articolo di Axios secondo cui Vladimir Putin avrebbe esortato il suo alleato iraniano ad accettare un accordo nucleare "ad arricchimento zero" con gli Usa. "Abbiamo costantemente e ripetutamente sottolineato la necessità di risolvere la crisi legata al programma nucleare iraniano esclusivamente attraverso mezzi politici e diplomatici, e abbiamo espresso la nostra disponibilità a contribuire alla ricerca di soluzioni reciprocamente accettabili", ha spiegato il ministero degli Esteri russo.
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